Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 30 Giovedì calendario

Hermès fa una versione della Birkin in coccodrillo e Jane s’infuria: «Avvertita delle pratiche crudeli inflitte durante la loro uccisone per la produzione della Birkin Croco, ho chiesto di togliere il mio nome, almeno fino a quando non verranno adottate pratiche migliori, in linea con le norme internazionali». La questione è delicata, perché qui non si parla solo della cantante di "Je t’aime moi non plus", ma di un altro mito, quello di una delle borse più care del mondo (da 33mila euro)

Jane Birkin fa tremare il mondo del lusso. La modella e cantante inglese chiede ad Hermès di togliere il suo nome dalla Birkin crocodile, la borsa che lo porta dal 1984, quando l’allora presidente della maison in un viaggio in aereo si ritrovò accanto l’icona di Je t’aime... moi non plus che rovesciò la sua sacca di vimini. E le propose di creare una borsa per lei. «Avvertita delle pratiche crudeli inflitte ai coccodrilli durante la loro uccisone per la produzione della Birkin Croco – scrive la cantante —, ho chiesto di togliere il mio nome, almeno fino a quando non verranno adottate pratiche migliori, in linea con le norme internazionali». La questione è delicata. Perché qui si parla, oltre che di lei, di un altro mito, quello di una delle borse più care del mondo (da 33 mila euro). Uno di quegli oggetti desiderati da tutte e sfoggiata da donne come Victoria Beckham, Beyoncé e Kim Kardashian.
A suscitare l’indignazione della Birkin è stato un video di Peta realizzato in due allevamenti, in Texas e Zimbabwe. Un filmato scioccante in cui si vedono le crudeltà effettuate su coccodrilli uccisi ancora cuccioli. Una fine lenta e atroce. Il problema della salvaguardia degli animali è serio, tanto più quando tocca un marchio come Hermès che ha fatto dei valori un punto di forza. E infatti il New York Times sottolinea le contraddizioni del caso. Come il fatto che Jane Birkin chieda di togliere il nome dalle borse di rettile ma non dalle altre, in vitello e lucertola. Inoltre, secondo Hug Devlin, avvocato di Whiters LLP, esperto nei brand di moda, la modella non può chiedere di eliminarlo perché, essendo stato registrato nel 1997, ora appartiene alla maison. Dal canto suo, Hermès risponde diplomaticamente: «Jane Birkin ha espresso le sue preoccupazioni a proposito dei metodi con cui vengono uccisi i coccodrilli. I suoi commenti in ogni caso non influenzano l’amicizia e la fiducia reciproca che hanno caratterizzato il rapporto. Hermès è essa stessa scioccata dalle immagini diffuse. Un’inchiesta è in corso nella fattoria texana implicata nel video. Qualsiasi violazione sarà rettificata e sanzionata».