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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

Saipem in rosso. Svalutazioni per 929 milioni nel semestre per una perdita oltre i 900 milioni e un piano per ridisegnare il gruppo del petrolio che porterà risparmi per 1,3 miliardi e tagli di 8.800 dipendenti tra il 2015 e il 2017 sugli oltre 50 mila che il gruppo conta in oltre 60 paesi

Svalutazioni per 929 milioni di euro che portano i conti del semestre di Saipem in rosso per oltre 900 milioni, una perdita a fine anno attesa a oltre 800 milioni. E un piano per ridisegnare il gruppo del petrolio (denominato «fit for the future») che porterà risparmi per 1,3 miliardi e tagli di 8800 dipendenti tra il 2015 e il 2017 sugli oltre 50 mila che il gruppo conta in oltre 60 paesi.
Stefano Cao, da tre mesi alla guida del gruppo controllato da Eni, si presenta al mercato con una profonda operazione di pulizia dei conti imposta anche dal marcato ribasso del prezzo del petrolio. «I risultati del secondo trimestre 2015 – dice l’ad, Stefano Cao – evidenziano uno scenario di mercato profondamente deteriorato. L’ulteriore repentino calo del prezzo del petrolio ha creato una discontinuità significativa, che non prevediamo riassorbirsi nel breve-medio periodo e che ha portato a un sempre più marcato irrigidimento dei clienti sulla gestione operativa e commerciale dei contratti», continua Cao nella nota della società che ha accompagnato i risultati al 30 giugno. «In questo contesto, Saipem necessita di un cambio di passo al fine di rispondere più efficacemente alle nuove esigenze dei clienti – prosegue la nota -. Abbiamo quindi lanciato un approfondito processo di trasformazione della società, che prevede la razionalizzazione degli asset produttivi e la revisione di tutti i processi, e genererà saving cumulati di 1,3 miliardi di euro tra il 2015 e il 2017».
A fronte dei dati del semestre, Saipem ha rivisto le stime per l’intero 2015 e ora prevede ricavi per 12 miliardi di euro, in linea con la parte bassa della forchetta precedentemente comunicata, un ebit (margine) negativo per circa 250 milioni di euro e una perdita netta di 800 milioni di euro. Gli investimenti tecnici saranno inferiori a 600 milioni di euro, mentre il debito netto, previsto in precedenza sotto ai quattro miliardi, a fine anno è atteso inferiore ai 5 miliardi di euro, escludendo l’impatto della fluttuazione dei cambi. In sei mesi l’indebitamento, in gran parte concentrato verso l’Eni, è salito da 4,4 a 5,5 miliardi.
«Il debito è la priorità e ci stiamo lavorando» ha detto Cao, rinviando al piano strategico, atteso con la presentazione dei conti del terzo trimestre, le modalità di una ristrutturazione che dovrà tagliare il cordone ombelicale con l’Eni. «Abbiamo molte opzioni» ha detto il Cfo, Alberto Chiarini, tra cui «aumenti di capitale, prestiti a medio termine, bond». «Sfortunatamente il debito sta crescendo – ha spiegato – lo vogliamo ridurre e questo sarà il driver del nostro piano».
Ordini acquisiti per 464,6 milioni di euro (-47,8%), portafoglio ordini di 6.261,6 milioni (+6,7%), ricavi per 632,4 milioni (+8,8%), Ebit di 57,9 milioni (+11,5%), cassa netta positiva per (276,5) milioni di euro (+37,5%) e risultato netto di 39,3 milioni (+8,4%) sono le voci principali dei conti semestrali approvati da Ansaldo Sts. L’amministratore delegato Stefano Siragusa dice che l’azienda «dimostra attenzione all’efficienza e ai costi, pur in un momento di difficoltà del mercato».