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 2015  luglio 29 Mercoledì calendario

Caso Azzolini, oggi in Aula si vota sull’arresto. Il senatore pugliese probabilmente non finirà ai domiciliari richiesti dalla procura di Trani lo scorso giugno per il crac da 500 milioni di euro della Casa della Divina Provvidenza

Voto segreto, libertà di coscienza per i senatori del Pd e accorato intervento in aula di Antonio Azzollini (Ncd). Questi gli elementi che oggi dovrebbero salvare il senatore pugliese dagli arresti domiciliari richiesti dalla procura di Trani lo scorso giugno per il crac da 500 milioni di euro della Casa della Divina Provvidenza. Dopo che la Giunta per le Immunità, che lo scorso 8 luglio, con 13 voti a favore e 7 contrari, approvò la relazione del presidente Dario Stefano in favore degli arresti di Azzollini perché non vedeva alcun “fumus persecutionis” da parte dei magistrati pugliesi, si va verso un ribaltamento della situazione.
LE TAPPE
In questi venti giorni infatti prima si è ricompattato Ncd che all’inizio appariva diviso con il capogruppo Renato Schifani contrario agli arresti, Maurizio Lupi che si era espresso per la possibilità di votare a favore e il leader Angelino Alfano che non si era schierato. Proprio Schifani, amico personale di Azzollini, oltre a metterci la faccia, è stato il grande tessitore che ha portato il partito a ricompattarsi e a creare una rete che va da Forza Italia dove vanta ancora buoni rapporti, ai conservatori e riformisti di Raffaele Fitto e soprattutto al Pd, spiegando ai singoli senatori le carte dell’accusa e facendo notare che non può più esserci alcuna reiterazione del reato in quanto le case di cura sono state commissariate e Azzollini si è dimesso dalla presidenza della commissione Bilancio, da dove avrebbe compiuto le azioni contestate.
LE DIMISSIONI
Sono state proprio le dimissioni da presidente della commissione che guidava fin dal 26 giugno 2001 a far cambiare il clima in suo favore. Ncd otterrà il voto segreto che si svolgerà in un’aula poco gremita, altro fattore pro Azzollini visto che basta la maggioranza dei presenti per decidere sulla sua libertà. I 36 senatori di AP-Ncd insieme ai 47 di Forza Italia possono facilmente sterilizzare i 36 del M5s, i 12 della Lega Nord e i 7 di Sel (quelli che in giunta si sono espressi compatti per l’arresto) ma il pallino resta nelle mani dei dem che con 113 membri è determinante. Di questi ultimi sembra che circa la metà si sia già convinta per il salvataggio del collega. A questi, si dovrebbe aggiungere anche qualche grillino, più per poter denunciare un Pd schierato che per convincimento.
In più ieri pomeriggio, il capogruppo Luigi Zanda ha mandato a tutti i senatori Pd una lettera concendendo libertà di coscienza. Nella missiva con allegate sia le relazioni di Stefano, sia la relazione di minoranza in favore dei Azzollini, scritta da Nico D’Ascola, sono stati invitati a farsi un proprio convincimento e a seguire il dibattito in aula. Secondo le ultime indiscrezioni Azzollini dovrebbe chiedere di poter intervenire per fare delle dichiarazioni ai colleghi e dove potrebbe portare nuovi argomenti per ribadire la totale estraneità ai fatti che gi vengono contestati.