Corriere della Sera, 29 luglio 2015
Varoufakis e le intercettazioni greche. Il procuratore della Corte Suprema lo cita in giudizio per «alto tradimento» e chiede al Parlamento la revoca dell’immunità. L’ex ministro delle Finanze è stato intercettato il 16 luglio scorso mentre parlava del suo piano B. Voleva creare un sistema di pagamenti ombra appropriandosi, tramite mezzi poco ortodossi, dei dati del suo ex ministero. Ma lui difende il suo progetto parallelo
Dalla scrivania del procuratore della Corte Suprema al Parlamento greco arriva una richiesta di citazione in giudizio nei confronti dell’ex ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, corredata da un’accusa che potrebbe essere di «alto tradimento». La Camera greca dovrà decidere se revocare l’immunità a Varoufakis, valutando se l’azione dell’ex ministro sia rimasta entro i limiti del ministero. Il piano di Varoufakis deflagra nei 23 minuti di una telefonata del 16 luglio con i top manager di Londra: il piano risale al dicembre 2014, prima ancora che Tsipras salisse al governo. Prevedeva un sistema di pagamento «ombra» basato sul sito dell’Agenzia delle entrate greco.
Atene «È in atto una limitazione terribile della sovranità nazionale imposta dalla troika dei creditori ai ministri greci, i cui dipartimenti chiave non hanno accesso ai documenti necessari per introdurre politiche innovative. Quando la perdita di sovranità a causa di un debito ufficiale insostenibile, viene legata a politiche subottimali in Paesi già sotto pressione, si capisce che c’è qualcosa di marcio nell’euro»». Yanis Varoufakis, 54 anni, l’ex ministro delle Finanze greco, non si ferma più. E ieri, dalle pagine del Financial Times, è tornato a difendere il suo piano B. Nel parlamento ellenico ieri pomeriggio girava una battuta: Varoufakis non è greco, è un alieno. Un’iperbole, che però rende molto bene l’idea: quando si pensa che le sue mosse siano un azzardo, nella stragrande maggioranza dei casi si è in errore. Perché lui è sempre pronto a sorprendere ancora di più, ad aggiungere. Lo ha fatto anche stavolta, acconsentendo alla pubblicazione sul web della registrazione della telefonata che solo pochi giorni prima era stata anticipata da Ekathimerini, giornale greco che lui stesso, su Twitter, aveva più o meno smentito: «Quindi, stavo per “impadronirmi” dei codici delle tasse dei cittadini greci? Impressionato dall’immaginazione dei miei detrattori» aveva twittato. Salvo poi pubblicare la conversazione che svela quanto i quotidiani ellenici, in fondo, non fossero andati proprio lontani.
Il suo gusto per la sorpresa del resto, lo ha caratterizzato da sempre anche nei negoziati europei, quando ad esempio ha fatto sapere di aver registrato l’Eurogruppo di Riga provocando non pochi mal di pancia a Bruxelles. Questa volta, a spingerlo a far pubblicare la telefonata, è stata l’esigenza di fare chiarezza. Così ha fatto intendere lui ma la cosa, evidentemente, gli è sfuggita di mano. Non a tal punto però da non resistere alla tentazione di aggiungere. Nell’articolo del Ft elenca in dettaglio i passi del suo ministero per soddisfare i problemi di liquidità delle banche e dello Stato greco. L’intenzione era quella di arrivare a una «cancellazione multilaterale del debito» con un «conto di riserva», gestito tramite codice fiscale, per ogni cittadino e per le società, in modo che il contribuente potesse «trasferire tali crediti dal conto di riserva allo stesso Stato (invece della tassazione) o a un altro conto di riserva». Quando «ho consegnato – prosegue – le redini del ministero delle finanze al mio amico Euclide Tsakalotos, il 6 luglio, ho presentato un resoconto completo del ministero di progetti, priorità e risultati conseguiti nei miei cinque mesi di mandato. Il nuovo sistema di pagamenti delineato qui faceva parte di quella presentazione. Nessun membro della stampa ci fece caso». Ma quando la successiva discussione telefonica con un gran numero di investitori internazionali è venuta fuori «la stampa ha avuto una giornata campale». Per la massima trasparenza, ha aggiunto, «ho concesso il permesso a pubblicare i nastri».
Sulle azioni di hackeraggio, nessun riferimento. Tranne in un passaggio: «pur comprendendo l’entusiasmo per alcuni elementi di quello scambio, come il dover prendere in considerazione mezzi non ortodossi per ottenere l’accesso ai sistemi del mio ministero, solo una questione è di importanza da un punto di vista di interesse pubblico: è in atto una limitazione terribile della sovranità nazionale imposta dalla troika dei creditori ai ministri greci...». Varoufakis è pronto a sorprendere ancora.