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 2015  luglio 07 Martedì calendario

Quei 185mila dilettanti dopati. Secondo dati Libera sarebbero 371 milioni di dosi mandate giù ogni anno da chi fa sport col trucco, alimentando un mercato da 425 milioni l’anno. Anche se la parte del leone la fanno i maniaci del body building (69mila casi). Ma non è che tra chi pratica sport a livello agonistico le cose vadano poi meglio. Secondo Totallympics e tra gli atleti olimpici l’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo con 74 casi di accertati. Meglio di noi, si fa per dire, hanno fatto solo India con 93 casi e Russia con 94. Intanto i Nas hanno arrestato una decina di persone tra medici e farmacisti

L’ennesima operazione anti-doping è iniziata in gran sordina ieri ed avrebbe già portato a una decina di arresti tra medici e farmacisti lombardi. Con i primi accusati di prescrivere quel che non si dovrebbe per normali attività sportive e i secondi di essersi attivati per procurare le sostanze dopanti vietate per legge, come l’Epo, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi nel sangue, utilizzato soprattutto dai ciclisti per ossigenare oltre misura il proprio sangue, esponendosi però a rischio di trombosi. Ad eseguire gli arresti sono stati i carabinieri del Nas su ordine della Procura di Brescia. Ma l’operazione potrebbe a stretto giro coinvolgere altri professionisti del doping, con nuovi arresti in attesa solo di essere validati dal Gip. 


Amatori e dilettanti
Il giro smascherato dall’inchiesta bresciana interesserebbe ciclisti amatoriali e sportivi dilettanti. A conferma del rapporto difficile tra gli italiani e lo sport. Perché, come dicono i dati del Censis, siamo un popolo di sedentari, che nel 40% dei casi pratica solo l’ozio o, tutt’al più, di «sportivi della domenica». E il brutto è che quando facciamo sul serio, in troppi casi ricorriamo ad aiuti ed aiutini, non sempre leciti.
La retata lombarda è infatti l’ultima di una lunga serie. I più recenti dati, diffusi poco più di due anni fa da Libera di Don Ciotti, raccontano di oltre cento inchieste giudiziarie l’anno, di 105 milioni di dosi farmaceutiche dopanti sequestrate dal 2000, per una media di 8 milioni di fiale, pillole e «cocktail» vari requisiti ogni anno. Questo, stando a quel che i controlli dei Nas riescono a far emergere, perché le stime di Libera parlano di ben 371 milioni di dosi mandate giù ogni anno da chi fa sport col trucco, alimentando un mercato da 425 milioni l’anno.
Sempre stando alle stime a praticare lo sport del doping sarebbero in 185 mila. Anche se la parte del leone la fanno i pompati delle palestre, i maniaci del body building, che in 69mila userebbero sostanze dopanti. 

Percentuali raddoppiate
Dei campioni di Tour e Giro hanno fin troppo spesso raccontato le cronache, ma anche tra i dilettanti delle due ruote il ricorso al doping è in costante crescita. L’ultimo rapporto della Commissione di vigilanza del Ministero della Salute (2014) rileva che la percentuale dei positivi ai test è raddoppiata, balzando dal 4,4 all’8,8%. Tra tutte le discipline, 4 sportivi su cento passati al setaccio dai controlli è risultato positivo ai test. La percentuale maggiore è tra chi pratica a livello agonistico body building (28,6%). Nella poco sportiva classifica seguono hockey e pattinaggio con un dopato su 4, praticanti di arti marziali e pesistica con il 12,5%, del tiro a segno (10,8%), del tiro con l’arco (9,4%) e ciclisti. A sorpresa, nei piani alti della classifica dei dopati troviamo anche gli amanti del golf, risultati positivi nell’8,7% dei casi.
Fin qui chi fa sport a livello dilettantistico. Ma non è che tra chi lo pratica a livello agonistico le cose vadano poi meglio. La classifica dei dopati a cinque cerchi l’ha stilata il sito «Totallympics» e tra gli atleti olimpici l’Italia ha conquistato la medaglia di bronzo con 74 casi di doping accertati. Meglio di noi, si fa per dire, hanno fatto solo India con 93 casi e Russia con 94. Che almeno hanno l’attenuante di avere più atleti di noi.