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 2015  luglio 07 Martedì calendario

Rivelare il tradimento alla moglie o al marito dell’ex amante è un reato. Per i giudici della Cassazione è un atto di molestia, uno stalking tardivo. Così traditori e traditrici si sentiranno liberi, almeno dalla paura di scoperti per colpa di un ex

C’è un sottile perfido piacere nel rivelare a una moglie tradita le scappatelle del marito, tanto più se si è l’ex amante che vuole vendicarsi, coperta dall’anonimato. Quante volte lo abbiamo visto al cinema, quante volte ce l’ha confessato un’amica. Ora con sentenza della Cassazione non sarà più possibile, a meno di rischiare di incorrere in un reato. I giudici hanno deciso che è un atto di molestia, respingendo il ricorso di una ex amante che per tre volte aveva chiamato la moglie-rivale, rivelandole non solo la sua storia extraconiugale, ma anche altre due. E poco importa se la moglie, invece di metter giù il telefono, era stata a sentire. Comprensibile curiosità masochista: anche se faceva male, voleva sapere. Tireranno un sospiro di sollievo i mariti traditori – ma anche le mogli traditrici, il tutto si può declinare al maschile e al femminile – che si sentiranno liberati dalla paura di essere denunciati da amanti più ardite di altre. Ma non alzino troppo la testa, perché il campo dei sentimenti è sempre in equilibrio delicato e può far male sul serio, anche senza scenari da Attrazione fatale. Quanto alle amanti (o agli amanti) si rassegnino: il tradimento si annusa nell’aria e già fa male di per sé, e allora perché infierire con quello stalking tardivo, con quella dovizia di particolari, magari anche inventati o abbelliti o esagerati? Nella speranza di colpire la fragilità di chi si sente rifiutato o non valorizzato nella relazione, e di far esplodere, a freddo e a posteriori, con l’arma del dubbio, quella coppia che non si era riusciti a far saltare con la forza del proprio amore o del proprio fascino.