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 2015  luglio 07 Martedì calendario

Michele Emiliano ha nominato ben 5 donne – di cui 3 grilline – su dieci assessori. Il Movimento 5 Stelle, però, ha comunicato il proprio rifiuto: «Non abbiamo intenzione di vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone». E dunque, venerdì prossimo a Taranto, si riunirà una giunta per il momento «menomata», formata da 5 uomini e 2 donne

Il centrosinistra pugliese, a maggio, non era riuscito a far eleggere neppure una donna in consiglio regionale, «grazie» alla scellerata leggina che in extremis aveva escluso la doppia preferenza di genere. Ma il neogovernatore, Michele Emiliano, con un colpo di teatro ieri sera ne aveva nominate ben 5 nella sua giunta di 10 assessori: parità dei sessi, dunque, perfettamente ristabilita e colpo di scena ulteriore, perché 3 delle 5 prescelte erano – anzi sarebbero state – «grilline»: Antonella Laricchia con delega all’Ambiente, Rosa Barone all’Agricoltura e Viviana Guarini alle Risorse umane. Il Movimento 5 Stelle, però, a stretto giro di posta, ha comunicato il proprio rifiuto: «Da Emiliano solo un atto di violenza inaudita». E dunque l’ex magistrato e sindaco di Bari per il momento si vede costretto a incassare un «no» secco.
«La paura di essere controllato dalla principale forza di opposizione – hanno scritto infatti in una nota gli 8 consiglieri regionali pentastellati, comprese le 3 nominate – lo ha portato a compiere quello che è un atto di violenza istituzionale nei confronti di tutti i pugliesi. Questo è il tempo per il lavoro serio, non abbiamo intenzione di vendere il nostro silenzio in cambio di poltrone. Piuttosto attendiamo alla prova lui, il suo partito e le sue sedicenti aperture al M5S quando si tratterà di votare gli incarichi di garanzia e di controllo per i quali abbiamo già dato la nostra disponibilità: presidenza del consiglio regionale e presidenza delle commissioni Ambiente e Bilancio».
Laricchia, Barone e Guarini, dunque, non si faranno vedere venerdì mattina, alle 11.30, alla Provincia di Taranto, dov’è in programma l’insediamento ufficiale.
Emiliano, che ha tenuto per sé l’interim della Sanità, ci è rimasto malissimo: «Sarà che ragiono ancora da magistrato, ma adempiere alla chiamata della propria Regione e del presidente per me è un dovere». E rigetta pure l’insinuazione «dell’inciucio politico» o che l’abbia fatto «per marketing». «Io – chiarisce – ho pensato a loro, ai grillini, che pure non fanno parte della maggioranza, per provare a collaborare sulle cose concrete, la lotta al clientelismo, il reddito di dignità, il problema dei rifiuti. Insomma, per provare insieme a cambiare le cose in Puglia. Giocare insieme, sì, ma il pallone ce l’abbiamo noi, è nostro, questo sia chiaro, siamo noi la maggioranza che ha preso il triplo dei loro voti...». E dunque, venerdì prossimo a Taranto, si riunirà una giunta per il momento «menomata», formata da 5 uomini e 2 donne, scelte ieri sempre direttamente da Emiliano perché esterne al consiglio: sono Loredana Capone, assessore pd uscente confermata allo Sviluppo economico, e l’architetto Annamaria Curcuruto, ex capo Ripartizione urbanistica del Comune di Bari, ora in pensione, che ha avuto la delega alla Pianificazione territoriale.
I cinque assessori maschi sono invece stati nominati direttamente dalla base con un voto online, in stile «talent show». A mezzogiorno di ieri, ciascuno dei quasi 3 mila partecipanti alle «Sagre del programma» – appuntamenti di popolo dell’ultima campagna elettorale – si è visto recapitare una email con l’invito a votare entro sei ore 5 tra i 10 candidati scelti da Emiliano tra i 29 consiglieri del centrosinistra, affiancando nome e delega preferita.
Hanno risposto in 1.613: Gianni Giannini sarà l’assessore ai Trasporti e Lavori pubblici; Raffaele Piemontese al Bilancio; Giovanni Liviano all’Industria turistica e culturale; Sebastiano Leo alla Formazione e Lavoro; Totò Negro al Welfare. Politica dal basso: «È la prima volta che si fa una cosa del genere in Italia», fa notare Emiliano, soddisfatto.