la Repubblica, 6 luglio 2015
È in Friuli Venezia Giulia il paese d’Italia dove si legge di più. A Pertegada qui i romanzi li trovi al mercato e in tutte le classi. La conferma arriva dai dati Istat: è questa la regione-record (un abitante su due finisce almeno un volume all’anno) nell’Italia allergica agli scaffali. I motivi? Festival, librerie e quella tradizione del racconto orale
C’è un nonno in Carnia, bianco di barba come nel romanzo di Heidi di Johanna Spyri, abbarbicato tra le montagne del Friuli così vicino all’Austria che se tira un orecchio, dice, «sento parlare tedesco». Ogni mese fa un regalo ai nipotini: un libro. Ha cominciato già prima che sapessero leggere, perché ci vivessero in mezzo, racconta nono Giovanni, come si pronuncia quassù,«io che non ho potuto studiare e mi sono sentito sempre un ignorante». Ora di piccoli eredi ne ha addirittura cinque, fa i conti, che moltiplicato dodici mesi fa 60 libri all’anno, 700 e fischia dal primo nato, Antonio, fino all’ultimo pochi giorni fa.
Strano nel Paese dove non legge nessuno. Strano che ci sia un paesino dove invece leggono tutti. Eppure, nell’Italia dove sfogliare un libro ormai è peggio che andare a votare, dove le libreria si inventano happy hour e aperitivi con autore, sconti e tessere premio, dove i festival letterari sono ormai più celebri per le polemiche che per i libri che incoronano – ultimo caso lo Strega – la moda di leggere riparte da Nordest, da quel Friuli alla cui gente piace ripetere “fasin di bessoi”, “facciamo da soli”, laboriosi e autonomi, diversi dai vizi italici.
Ebbene un dato almeno corrisponde al detto. Non in fabbrica, ma proprio in librerie e biblioteche. Basta scorrere i dati Istat di poche settimana fa: il 53,6 per cento dei friulani, che significa qualcosa più di 600 mila persone, compra, comincia e addirittura finisce almeno un libro all’anno. E si dirà che è poco. Ma rispetto al resto d’Italia, che è da cappello con le orecchie d’asino, mezzo milione di persone su poco più di un milione in tutto si dichiarano «lettori più o meno abituali». Lettori voraci, visto che la statistica mostra come da queste parti 38 su cento, già a partire dalla prima elementare, abbiano in casa una biblioteca personale. E nemmeno piccola.
In media sugli scaffali tengono 100 libri, mentre se sali un po’ con l’età i titoli si moltiplicano fino a 400 per più di un friulano su 10. In un Paese, l’Italia, dove la media nazionale si ferma al 7%.
Così se parti proprio dalle montagne dello scrittore-alpinista Mauro Corona, se sali nei suoi boschi, se lo cerchi tra i sentieri che tagliano il pendio verso Erto e Casso, dove ancora dentro il silenzio si ascolta l’eco gutturale del disastro del Vajont, tra le gocce di resina e il canto del cuculo, ti rendi conto che un motivo c’è per forza se qui si legge più che altrove: «Tutto risale alla tradizione friulana dei racconti orali dei secoli passati», racconta Corona, una tradizione che cambia nel tempo e che si traduce adesso in una cultura famigliare diffusa dove «l’educazione alla lettura comincia sin da bambini».
Lo confermano gli stessi librai che «questo non è un mercato dove si vendono migliaia di copie delle Barzellette di Totti o di Cinquanta sfumature di grigio». No, qui i lettori entrano in libreria con le idee chiare e se non trovano il titolo «hanno pure la pazienza di aspettare i tempi di consegna. Cercano saggistica, approfondimenti sul mondo e sul senso della vita e vanno molto meno a caccia di romanzi non impegnati».
Udine, poi, è una cittadina di 100mila abitanti, con una biblioteca civica, 8 sedi periferiche, le sale di lettura dell’università, quelle dei comuni dell’hinterland, delle scuole, del seminario. L’anno scorso sono usciti 180 mila libri, in pratica due per abitante, contando neonati e anziani: 11mila udinesi ne hanno chiesto almeno uno, studenti, casalinghe e pensionati.
E, racconta il direttore Romano Vecchiet, bibliofilo consumato e appassionato di treni a vapore, «con la crisi economica lo spettro si è ampliato a nuovi utenti: insegnanti che prendono in prestito i volumi da far leggere in classe per non pesare sulle tasche di alunni e famiglie», e pure una dozzina di clochard. Già anche i senzatetto qui vanno in biblioteca.
Poi c’è il sindaco udinese Furio Honsell, matematico ed ex rettore dell’ateneo, a sua volta scrittore di cassetta con L’algoritmo del parcheggio che ha riempito il palazzo di libri. Corsi per avvicinare i bimbi fino a 8 anni, corsi per far leggere gli anziani, fino alla “notte dei lettori”, come una via crucis della letteratura, con 11 stazioni sparse nel centro della città dove qualcuno legge a volte alta i libri di fronte a migliaia di persone che ascoltano.
Se oltrepassi il Tagliamento, invece, a pochi chilometri dalla Casarsa di Pier Paolo Pasolini, ogni anno va in scena “Pordenone legge”, fiera del libro che cresce edizione dopo edizione fino ai numeri record dello scorso anno: 130mila presenze. Senza “Pordenone pensa” e pure “Dedica”, ormai collaudata da più di 20 anni, che ospita in città uno scrittore per una settimana, perché parli con la gente. Quest’anno Luis Sepulveda.
L’associazione Banco Libero, invece, è una specie di catena di Sant’Antonio dal sapore letterario. Basti pensare che dal 2004 ha messo in circolazione 350mila volumi, senza l’obbligo di restituirli. Così uno lo legge e poi lo passa al vicino di casa o al collega di lavoro. E la staffetta diventa virale. In piazza ai Rizzi, a due passi dallo stadio dell’Udinese, una vecchia cabina telefonica dismessa è stata trasformata in “biblio-cabina” per il libero scambio di libri. Uno passa di lì, lascia un volume e ne prende un altro. Proprio come fare una telefonata.
Pertegada, poi, cittadina nella Bassa friulana sullo stradone per Lignano Sabbiadoro, è chiamata il “paese dei libri” perché nell’ex cinema del paese è nato un mercatino settimanale. Si sono talmente appassionati alla lettura che è partita la distribuzione gratuita di libri in tutti i negozi ed è nata perfino una piccola biblioteca per ogni classe della scuola elementare.
Mentre sul litorale lignanese che fu seconda casa di Ernest Hemingway dal 1954, quando il Nobel autore de Il vecchio e il mare la rinominò “Florida d’Italia”, i turisti i libri li trovano gratis perfino nelle lavanderie e dal parrucchiere.
Fino alla nuova idea del Comune: da quest’anno distribuzione gratis in spiaggia. Italiano, tedesco e inglese. E pure in friulano.