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 2015  luglio 06 Lunedì calendario

La riforma della Scuola non è ancora stata approvata e già si annunciano ricorsi. O meglio, si preparano. Sono quattromila quelli già presentati da Anief per chiedere l’inserimento di insegnanti nelle graduatorie. E altrettanti quelli effettuati per ottenere la stabilizzazione e il risarcimento dei danni. In appena un mese. Ed è solo l’inizio

La riforma della Scuola non è ancora stata approvata e già si annunciano ricorsi. O meglio, si preparano. Sono quattromila quelli già presentati da Anief per chiedere l’inserimento di insegnanti nelle graduatorie. E altrettanti quelli effettuati per ottenere la stabilizzazione e il risarcimento dei danni. In appena un mese. Ed è solo l’inizio. «Ci sono cinquantamila assunzioni da attuare ad anno iniziato, l’altra metà in corso d’opera – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief – Ci sarà una pioggia di ricorsi: oltre cinquantamila. Arriveranno da quanti, avendo superato i tre anni consentiti per contratti a tempo determinato, non si vedranno riconfermare le supplenze ma anche da quanti, idonei ai precedenti concorsi, sono esclusi dalle graduatorie a esaurimento. Tutti ricorsi ad alta probabilità di essere accolti».
LE RISORSE
D’altronde, è lo stesso governo a prevedere nella norma le risorse per pagare i danni che saranno richiesti dagli insegnanti non stabilizzati. O meglio, i danni per i quali lo Stato già attende la condanna al risarcimento. I numeri sono importanti. «Si parla complessivamente di almeno un miliardo di euro – prosegue Pacifico – e questo se i calcoli si fanno al ribasso, ossia tenendo conto del risarcimento minimo di ventimila euro. Ci saranno però, sicuramente, rimborsi più consistenti». I precari della scuola – e non solo – non sono tutti giovani neolaureati, ma anzi sono spesso over 40, con situazioni mobili sul lavoro.
Oltre a quelli che si rivolgeranno al giudice perché non compresi nella stabilizzazione, è possibile anzi probabile che diversi altri aprano un contenzioso per opporsi a un trasferimenti obbligato. «Tutta la procedura, per come è impostata, si presta ad aprire contenziosi – dice Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola – Per non perdere la nomina, gli insegnanti dovranno presentare domanda di assunzione in tutte le province. Quindi chi vive e lavora a Napoli potrebbe essere costretto a spostarsi a Verona, pena la decadenza dal ruolo. Non sarà facile per persone di 45 o 48 anni, con famiglia». La questione degli spostamenti evidenzia la criticità delle assunzioni in più fasi. Quanti andranno a comporre il cosiddetto organico funzionale saranno assunti successivamente, quando nuovi posti potrebbero essersi liberati. «Così, i primi in graduatoria, primi anche ad essere assunti magari saranno costretti a trasferirsi, mentre chi era in posizioni più basse riuscirà a rimanere nella propria città».
LE PROCEDURE
Insomma il testo della norma potrebbe confondere gli attuali precari, futuri assunti o non-assunti, tanto da spingerli già adesso a informarsi per prepararsi al contempo a presentare domande o ricorsi. Le diverse sigle sindacali, nei prossimi giorni, terranno una riunione dei rispettivi uffici legali per dare risposte chiare ai propri iscritti e assisterli in caso di ricorso. Il numero delle immissioni in ruolo supera 100mila, almeno 50mila sono quelli che riceveranno la nomina successivamente – conclude Di Menna – e circa diecimila saranno costretti a spostarsi. Le richieste di informazioni e aiuto sono già numerose. La parte più consistente delle procedure si terrà ad agosto e questo complica ulteriormente le cose». Le scuole, dunque, più che correre il rischio di aprire i battenti nel caos, ormai sembrano averne la certezza. Un problema per i precari, per gli istituti, per gli studenti. E, forse, date le premesse, pure per i tribunali.