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 2015  luglio 03 Venerdì calendario

Sodoma al tempo di Gomorra. Dall’arresto del chirurgo plastico Matteo Tutino, il mago che caricava lo sbiancamento anale sul servizio sanitario pubblico, alla Buttanissima Sicilia che, a colpi di bisturi e suture per ingentilire l’orifizio d’evacuazione, è un passo avanti anche rispetto alla Costituzione Americana dove i matrimoni omosessuali ormai sono più che garantiti

Più che Gomorra, Sodoma. In merito alle recenti vicende siciliane, l’arresto del chirurgo plastico Matteo Tutino, c’è un dettaglio rimasto appeso: lo sbiancamento anale. Tutino, mago del body jet, il trattamento estetico che a Palermo – secondo la Procura – veniva messo in conto al Servizio sanitario pubblico, con questa rifinitura destinata alla clientela vip aggiorna l’immaginario dei retrogradi, apre le finestre della mente e scava profonde prigioni al pregiudizio.
Un dettaglio utile questo – e lo è – non certo per le indagini dei Nas, ma per l’evoluzione dei costumi. Trattasi di un intervento a colpi di bisturi e suture per ingentilire l’orifizio d’evacuazione – al punto di farne un fodero di candida porcellana – e pare sia molto richiesto dai pazienti più scavallati a conferma di ciò che nei frastornati anni 80 suonava ancora come pecoreccia profezia: “Il culo diventerà la fica del 2000!”.
Va da sé che è Buttanissima Sicilia. Io non sapevo ci fosse questa elaborata pratica estetico-chirurgica (allegramente rubricata, a esclusivo privilegio di pochi, nei rimborsi del servizio sanitario nazionale), e se il primo accostamento mentale rimanda ai riti descritti da Goethe nel Faust – e non solo il bacio sul buchino sporco del Demonio nel sabba, ma ai turgori di Mefistofele mentre guata voglioso i sederini degli angioletti – l’esito simbolico non può che confermare Palermo nella modernità perché, e sia detto una volta per tutte, la Sicilia è un passo avanti anche rispetto alla Costituzione Americana dove i matrimoni omosessuali ormai sono più che garantiti.
Dopo Gomorra, dunque, è l’epoca di Sodoma. E non è più questione di diritti, di amori uguali tutti fatti di uno stesso sì, ma di piacere, di squisito diletto in zona “ovale”. Così si legge nella trascrizione delle intercettazioni – “ovale” – laddove poi per “brasiliana” non s’intende più la depilazione pubica tanto in voga tra le signore degli anni 90, bensì di modellamento del gluteo, portato ad altezza di scaldabagno.
Ed è il gluteo maschietto, il protagonista, giusta sostituzione del fondoschiena femminile, quello che ai tempi del gallismo siciliano che fu, ai giovanotti ingravidabalconi – ammirando le ragazze a spasso – faceva dire: “Io per delle natiche così dare un miliardo!”. A fargli eco, un altro amico: “Uno? Due di miliardi!”.
Tutta un’altalena di cifre in merito al popò – nel formato chitarra, quello delle donne – fermata dalla spietata considerazione delle signorinelle sempre spiritose: “Le natiche ci sono, sono i miliardi a mancare!”.
Ecco, è il famoso mutamento di costume. Aggiungiamo che il cliente più illustre di Tutino è il governatore Rosario Crocetta. Al quale, sebbene sia stato un disastro alla prova del governo, quanto a civilizzazione – anche grazie al suo medico personale – non si potrà negare un primato: avere consegnato coppole e lupare al sollazzo epicureo. E per fortuna a Sodoma, più che a Gomorra.
All’indomani della sua vittoria elettorale, il 29 ottobre 2012, Crocetta convoca la conferenza stampa per le ore 12 a Marina di Tusa, presso l’Atelier sul mare. È, questo, il bellissimo albergo di Antonio Presti, un sincero combattente sul fronte della lotta alla mafia che – dopo un’ora, dopo due e quindi tre – si muove a pietà verso il bivacco stanco dei giornalisti, va sotto al balcone della stanza del presidente e gli urla: “Bottana, scendi!”.
Ovviamente è detto per scherzare, naturalmente è fatto per giocare. E Crocetta infatti, essendo un tipo spiritoso e giocoso, sbuca dalle persiane, sorride e, cespuglioso di sonno e sogni – i colleghi tutti non potranno che confermare questa scena, rimasta nei loro taccuini – avvia la raggiante rivoluzione. Va da sé, tutta di Buttanissima Sicilia.