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 2015  luglio 03 Venerdì calendario

“La ferocia” di Nicola Lagioia conquista Lo Strega 2015. Tutto secondo previsioni, anzi: il libro dello scrittore barese surclassa tutti nel gran finale al Ninfeo con 145 voti. Al secondo posto “La sposa” di Mauro Covacich, al terzo “Storia della bambina perduta” di Elena Ferrante

Trionfa al Ninfeo, con un risultato al di sopra di ogni più rosea previsione, La ferocia (Einaudi) di Nicola Lagioia. Il premio Strega di quest’anno va così allo scrittore barese che ha ottenuto 145 voti. Al secondo posto si classifica La sposa (Bompiani) di Mauro Covacich, con 89 suffragi. Al terzo Storia della bambina perduta (E/O) di Elena Ferrante, che si è assicurata 59 schede. Quarti a pari merito, con 37 voti ciascuno, Chi manda le onde (Mondadori) di Fabio Genovesi e Come donna innamorata (Guanda) di Marco Santagata.
Dopo uno spoglio senza storia, Lagioia è salito sul palco disteso, senza la solita aria sempre un po’ feroce come il titolo del suo libro. E ha subito offerto un fuori programma: un bacio alla moglie alla moglie Chiara, chiamata a brindare con lui, senza la quale, ha detto «questo libro forse non ci sarebbe stato». L’autore dell’impietosa descrizione dell’ascesa e decadenza di una famiglia del Sud ha poi trangugiato a sua volta il rituale sorso del liquore dorato che dà il nome alla gara romana. A presiedere lo spoglio dei voti è stato Francesco Piccolo, il vincitore dello scorso anno.
Gli Amici della domenica, ovvero i grandi elettori del premio, hanno deposto la loro scheda nell’urna, virtuale o cartacea, in 368 su 470 aventi diritto. A garantire la tensione e ad azzerare tutte le indicazioni della vigilia ha contribuito la rivoluzione di primavera dello Strega. In questo ultimo match, infatti, si è votato secondo la tradizione con una sola scelta, ma per la rosa dei finalisti si dovevano invece esprimere tre preferenze. Impossibile dunque sapere in anticipo come sarebbe andata a finire. Da mesi, vincitrice annunciata era Elena Ferrante, scrittrice (o scrittore) invisibile, che si nasconde dietro un nom de plume. Al Ninfeo, ieri, il suo sponsor al premio, Roberto Saviano, era assente: la casa editrice E/O ha organizzato quindi per l’occasione un tavolo di sole donne, forse per ribadire simbolicamente l’appartenenza al genere femminile della candidata senza volto (si fa il nome di Anita Raja, la moglie di Domenico Starnone).
Lagioia ha potuto surclassare la romanziera «napoletana» cumulando le schede della galassia Mondadori-Einaudi. A Segrate hanno concentrato tutte le forze sul narratore pugliese, mentre Genovesi si è portato a casa lo Strega Giovani. Il nucleo direttivo del premio non aveva, invece, mai nascosto il suo gradimento per la Ferrante: Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci che organizza la gara, aveva caldeggiato l’affermazione della sua Storia della bambina perduta per il carattere popolare della narrazione, in procinto di diventare una serie tivù (prodotta da Fandango e da Rai Fiction) con la sceneggiatura di Francesco Piccolo.
L’intenzione era anche di restituire un’immagine del certamen capitolino non più dominato dai potentati dell’editoria. Per questo il nuovo statuto della manifestazione romana prevedeva anche il ripescaggio di una piccola casa, se tra i finalisti vi fossero stati solo grandi editori. Non ve ne era stato bisogno, poiché il racconto della misteriosa narratrice si era conquistato da solo il suo posto in cinquina arrivando terzo. A determinarne la sconfitta ha probabilmente contribuito il fatto che questo romanzo era il quarto e ultimo appuntamento della saga L’amica geniale: una storia, quindi, considerata un déjà-vu, già raccontata nei libri precedenti. Oppure – è un’altra ipotesi sui retroscena della competizione – le major dell’editoria, sollecitate dalla direzione del premio, avevano inizialmente accettato di fiancheggiare la partita Ferrante. Ma si sono ritirate temendo la prepotente avanzata in libreria della quadrilogia ferrantesca.
Anche nel round iniziale, dunque, Lagioia si era posizionato primo mentre al secondo posto della cinquina c’era Covacich con il suo romanzo dedicato a Pippa Bacca, l’artista stuprata e uccisa in Turchia. Lo scrittore triestino, che con linguaggio secco denuncia incredibili violenze – come un safari che ha per vittime degli esseri umani -, nella contesa finale ha potuto usufruire dell’appoggio della Bompiani e della Rizzoli. La maggioranza dei votanti comunque ha scommesso su Lagioia, il David Lynch del Meridione che denuncia malaffare e corruzione e crea, come è stato detto, una sorta di Buddenbrook del Sud. Pure nel prossimo anno le sorprese non mancheranno: cosa accadrà se si realizzerà l’acquisizione da parte della Mondadori della Rcs libri? Il futuro del premio è legato ai grandi sconvolgimenti in atto.