Corriere della Sera, 3 luglio 2015
Il caso De Luca si chiude (per ora) per decreto del Tribunale di Napoli. Con la sospensiva della sospensione, ora può governare la Regione Campania, formare la giunta e nominare il vice. Tutto in attesa del 17 luglio, quando ci sarà l’udienza collegiale sul ricorso contro l’applicazione della legge Severino presentato dai legali dell’ex sindaco di Salerno. Nel frattempo Forza Italia insorge
Il caso De Luca si chiude per decreto del Tribunale di Napoli. Con un provvedimento monocratico emesso ieri mattina, il giudice Gabriele Cioffi – presidente della prima sezione civile – ha congelato il decreto di sospensione nei confronti del neo governatore della Campania firmato nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio. Se ne riparlerà il 17 luglio, durante l’udienza collegiale sul ricorso contro l’applicazione della legge Severino presentato dai legali dell’ex sindaco di Salerno. Nel frattempo la Regione potrà cominciare il nuovo corso amministrativo: sarà convocato il Consiglio (giovedì o venerdì prossimi le date più probabili), poi De Luca sarà libero di formare la giunta e nominare il vice. Se in udienza dovesse andargli male, avrebbe quindi chi lo sostituirebbe durante l’eventuale periodo di sospensione.
Il decreto di ieri, infatti, non esclude l’eventualità che il governatore della Campania – che ha subito una condanna in primo grado per abuso di ufficio – subisca gli effetti della legge Severino. Lo specifica in una nota il presidente del Tribunale di Napoli Ettore Ferrara, sottolineando che l’udienza collegiale potrà concludersi con «la conferma, la modifica o la revoca del decreto». Quello che però premeva al Tribunale, sembra di evincere dalle parole del presidente, era la governabilità della Regione. Il giudice Ferrara parla addirittura di «straordinaria gravità della situazione scaturita dall’abnorme decreto di sospensione», e aggiunge che la sospensione di De Luca non può avere «conseguenze sovversive di una democrazia rappresentativa» e nemmeno «tradursi in una abnorme revoca delle elezioni, o in un’estemporanea rottamazione degli organi della Regione». Il presidente del Tribunale lo dice chiaramente: «Occorre conservare il risultato elettorale a tutela degli eletti, ma soprattutto del diritto degli elettori a essere governati dai propri rappresentanti democraticamente eletti».
Parole che De Luca apprezza. E che commenta esprimendo «rispetto per il Tribunale, che ha affrontato una questione anche inedita con grande attenzione e profondità». Poi passa agli annunci: «Nei prossimi mesi sarà sempre più chiaro che la vecchia Campania dei luoghi comuni non esiste più. Arriverà presto, all’Italia intera, l’immagine di un’altra classe dirigente, fatta di dignità istituzionale, di concretezza operativa, di rigore spartano. Lavoreremo, a testa alta, per affrontare e risolvere i nostri problemi, e valorizzare in pieno le nostre potenzialità».
Intanto lavora alla giunta, che dovrebbe essere composta da otto assessori, equamente divisi tra uomini e donne. Sul nome del vice non spuntano nuove indiscrezioni, e quindi resta favorito il deputato salernitano Fulvio Bonavitacola, da sempre vicinissimo a De Luca, e che in qualità di avvocato ha seguito, insieme agli altri legali, anche l’iter del ricorso.
Un iter che dopo la svolta di ieri fa insorgere le opposizioni. In particolare Forza Italia protesta sostenendo che l’unica vittima della Severino sia stato Berlusconi:«Quella è una legge contra personam»