Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 02 Giovedì calendario

L’allarme del Vaticano per i ritardi sul Giubileo straordinario: «Renzi non stanzia i fondi». A distanza di tre mesi dalla Bolla di Indizione siglata da Papa Francesco, il governo non ha ancora emanato il Decreto della Presidenza del Consiglio che deve regolare competenze, risorse e gerarchie in vista di un appuntamento così importante

A chi lo ha incontrato in queste ultime ore, Monsignor Fisichella, regista per il Vaticano del Giubileo straordinario, ripete un concetto semplice: “Siamo molto, molto preoccupati per i ritardi del governo”. La ragione di questa preoccupazione è semplice: a distanza di tre mesi dalla Bolla di Indizione del “Giubileo Straordinario della Misericordia”, siglata da Papa Francesco l’11 aprile scorso, il governo non ha ancora emanato il Decreto della Presidenza del Consiglio che deve regolare competenze, risorse e gerarchie in vista di un appuntamento così importante.
L’ultimo fatto, quello che ha reso più palpabile l’inquietudine vaticana, è stato l’annullamento del Tavolo istituzionale previsto per il 30 giugno. All’ultimo minuto, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, ha annullato la riunione. Quel Tavolo si riunisce ogni 15 giorni in Vaticano ed è formato dallo stesso Fisichella, da De Vincenti, dal prefetto di Roma, Franco Gabrielli, dal rappresentante della Regione, il vicepresidente Massimiliano Smeriglio, dall’Ambasciata italiana presso la Santa sede e dal sindaco Ignazio Marino. Si è strutturato in sottogruppi di lavoro – “Manutenzione”, “Sanità”, “Sicurezza” – ma finora è mancata la decisione politica su chi deve presiederlo o, come ha stabilito Matteo Renzi, coordinarlo.
In realtà, il decreto apposito (Dpcm) era già pronto circa un mese fa e conteneva la formula individuata da Renzi per cercare di non dare troppo spazio a Marino senza però oscurarlo troppo: creare una figura di “coordinamento” nella persona del prefetto Gabrielli. L’esplosione di Mafia Capitale, gli scontri con il sindaco, l’indecisione costante da parte del governo hanno fatto riporre quel decreto in uno dei tanti cassetti governativi. Sembra che prima di venti giorni non se ne riparli.
A pesare è lo scontro tra Renzi e Marino. Il primo vuole le dimissioni del sindaco e, come dimostra la vicenda in corso, non è disposto a concedergli né il decreto né, tanto meno, risorse aggiuntive. Dalle stanze del sottosegretario De Vincenti si dice senza tanti giri di parole che la posizione del governo resta la stessa annunciata lo scorso maggio dal sottosegretario a Palazzo Chigi: “Non sono previste risorse aggiuntive per Roma per il Giubileo”. “Ci sono risorse del Comune e risorse a disposizione del Servizio sanitario che già esistono – spiegava il 18 maggio De Vincenti – che verranno utilizzate per potenziare le strutture che dovranno gestire l’accoglienza durante l’Anno giubilare”.
Un modo elegante per spostare il problema sul piano locale. Le risorse, in effetti, sono quelle del Comune che, come è noto, ha un debito stratosferico. Per quanto riguarda la Sanità, poi, ci si basa su risorse della Regione che, in effetti, ha già presentato in Vaticano il suo piano per il Giubileo stanziando 175,5 milioni sul fronte della Sanità, dei Trasporti, dell’Accoglienza e anche dei “cammini spirituali” tanto cari a Papa Francesco. Impegni cospicui che, però, attendono decreti attuativi del governo sul fronte della sanità e dei trasporti.
Al di là delle risorse, però, manca la decisione su chi dovrà assumere le decisioni, coordinare il tutto e garantire la riuscita dell’evento. Siamo agli inizi di luglio e c’è il rischio concreto di arrivare a insediare le cariche istituzionali a pochissimi mesi dall’inizio del Giubileo.
La ragione del braccio di ferro tra Palazzo Chigi e Campidoglio è confermata da molti dei protagonisti del Giubileo: la volontà del governo di attendere la relazione del prefetto Gabrielli sulla vicenda Mafia Capitale prima di prendere la decisione definitiva. Difficile, però, che da quella relazione possano venire indicazioni su cosa deve succedere a Roma. Non spetta al prefetto darle. E quindi la partita torna nelle mani della politica, anzi dello scontro tutto interno al Pd. Scontro nel quale, come il Fatto ha già documentato, e come viene confermato dal Giubileo, Marino può contare su un sostegno del Vaticano. Dove invece Renzi, al momento, raccoglie solo “preoccupazioni”.