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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

Il mistero di Harper Lee e del sequel (che poi è stato scritto prima) de “Il buio oltre la siepe”. Perché la scrittrice 89enne, con problemi di udito e di vista, che ha pubblicato un solo libro in tutta la sua vita, che non concede interviste dal 1964, che si è rifugiata in una casa di riposo a Monroeville inAlabama, dà alle stampe un manoscritto che era andato perduto?

Uno dei più grandi misteri della letteratura contemporanea si cela dietro le mura di una casa di riposo per anziani, in una cittadina di 6.500 abitanti nel sud degli Stati Uniti. La residenza si chiama The Meadows (I prati) ed è un modesto edificio che si sviluppa su un unico piano, in una strada poco lontana dal centro di Monroeville, Alabama. Due guardie di sicurezza sorvegliano l’ingresso. La loro missione è quella di impedire l’ingresso agli estranei.
«Non posso rispondere a nessuna domanda», dice una delle guardie. Da tempo non si avvicina nessun giornalista, ma sono pronti. Lì, protetta dall’assedio degli sconosciuti, vive Harper Lee, l’autrice di un romanzo quasi perfetto, Il buio oltre la siepe. La storia è ambientata a Maycomb, un luogo immaginario che si ispira a Monroeville, durante gli anni della segregazione razziale. Pubblicato nel 1960 e premiato con il Pulitzer, il romanzo ha venduto oltre 30 milioni di copie e ha segnato generazioni di lettori in tutto il mondo.
Harper Lee, che ha 89 anni e problemi di udito e di vista dopo l’ictus che la colpì nel 2007, appare poco in pubblico. Dopo Il buio oltre la siepe non ha più pubblicato nulla. Non concede interviste dal 1964, anche se negli ultimi dieci anni è diventata amica di una giornalista di Chicago, Marja Mills, che in seguito ha pubblicato un libro su di lei e su sua sorella, Alice.
«Harper non si lascerebbe intervistare da Barack Obama, nemmeno se glielo chiedesse lui in persona», avverte per telefono lo storico Wayne Flynt, amico della scrittrice e professore emerito presso l’Università dell’Alabama. Per la determinazione con cui preserva la sua privacy e per il suo silenzio letterario, Harper Lee appartiene alla stessa stirpe di J.D. Salinger: scrittori che in un’epoca di sovraesposizione mediatica hanno evitato i riflettori e smesso di pubblicare.
A questi due misteri – perché Harper Lee abbia pubblicato solo un romanzo e perché poi si sia nascosta – se ne aggiunge uno nuovo. Nel mese di febbraio, la casa editrice Harper Collins ha annunciato che il 14 luglio pubblicherà Go Set a Watchman (in italiano Va’, metti una sentinella : uscirà da Feltrinelli il 19 novembre), un titolo tratto dal libro di Isaia del Vecchio Testamento. Il nuovo romanzo è stato presentato come un sequel de Il buio oltre la siepe.
In realtà, fu scritto prima. Tonja Carter, l’avvocato di Harper Lee, nell’autunno del 2014 scoprì il manoscritto e lo mostrò a Lee, secondo un comunicato della casa editrice Harper Collins. «Non ero consapevole del fatto che il manoscritto fosse sopravvissuto, quindi è stata una sorpresa e una grande gioia quando la mia cara amica e avvocata Tonja Carter lo ha scoperto», dice Lee, citata nel comunicato. «Dopo lunghe riflessioni e tanti dubbi, l’ho condiviso con poche persone di cui mi fido e mi ha fatto piacere sentire che lo abbiano ritenuto degno di essere pubblicato».
Go Set a Watchman è la storia di Scout, la bambina del precedente romanzo, da adulta. Negli anni Cinquanta vive a New York, come Harper Lee in quello stesso periodo, e torna a Maycomb a vedere suo padre. Il ritorno la costringe ad affrontare e comprendere gli atteggiamenti del padre di fronte a una società in evoluzione e il proprio posto nel villaggio della sua infanzia. Questo è il punto di partenza. Nessuno, tranne i redattori di Harper Collins e una manciata di persone, conosce altri dettagli sul suo contenuto. Nessuno ha mai nemmeno chiarito il motivo per cui, dopo mezzo secolo di silenzio, Lee ha deciso di pubblicare questo romanzo nascosto, o perduto, quando in tutto questo tempo la scrittrice ha fatto capire che la sua opera cominciava e si concludeva con Il buio oltre la siepe.
Questo è il terzo mistero, quello che divide Monroeville e getta un’ombra sulla storia letteraria dell’anno, forse del decennio. Perché ora? Harper Lee ha deciso di sua volontà di pubblicare il romanzo o qualcuno l’ha manipolata? Dopo l’annuncio della pubblicazione del romanzo, la denuncia anonima di un medico, che a quanto pare conosce Harper Lee, ha portato i servizi sociali dello Stato dell’Alabama ad avviare un’indagine di frode contro una persona disabile. Anche se lo Stato dell’Alabama ha chiuso le indagini, i sospetti in città rimangono. «Questo è quello che dice la gente», commenta una cameriera del Radley’s Fountain Grille.
All’ingresso di una cerimonia religiosa, una donna dice di aver visitato di recente la casa di riposo dove vive Lee. Spiega che quel giorno la salutò e cinque minuti dopo non si ricordava di lei. «Le dico solo una cosa. Non sta bene di salute». Tutte queste congetture – “teorie cospirative”, secondo lo storico Flynt, “tipici pettegolezzi di una cittadina del sud” – accusano Tonja Carter, l’avvocata dello studio Barnett, Bugg, Lee e Carter che ha scoperto il manoscritto del nuovo romanzo e ha negoziato la pubblicazione con Harper Collins. Lo studio si trova in una strada perpendicolare alla South Alabama Avenue. È giovedì mattina e lo studio è aperto. Dietro il banco della reception non c’è nessuno. Una porta aperta conduce agli uffici. Passano circa 20 secondi e, alla fine, una donna risponde al saluto dei nuovi arrivati.
«Possiamo parlare con Tonja Carter?». «Oggi non c’è», risponde. Su un mobile della reception vengono esibiti dei vecchi ricordi. Un diploma della Corte Suprema dell’Alabama “a Nelle Harper Lee”. Non sarà possibile parlare con Tonja Carter.
A un isolato di distanza si trova il Courthouse Cafe, uno dei tre o quattro ristoranti del centro di Monroeville. La proprietaria, Janet Sawyer, si siede a un tavolo per esporre il suo parere sul caso Lee. È una delle poche persone che, con nome e cognome, accusa direttamente l’avvocata Tonja Carter di manipolare Harper Lee. «Io non credo che lo abbia deciso lei» dice, riferendosi alla pubblicazione del nuovo romanzo. Suggerisce che Tonja Carter voglia trarne un profitto, senza specificare quale.
Al funerale della sorella Alice, alcuni amici videro Harper «confusa e che parlava da sola», dice Sawyer. Sospetta che la scrittrice «non sia sana di mente». «La tengono come se fosse prigioniera», dice. Sawyer fa notare l’anomalia del fatto che una delle persone più ricche del mondo letterario viva nella casa di riposo del paese: «Dovrebbe vivere in casa sua con una persona che badi a lei». «Perché doveva decidere di pubblicare un libro quando ha 89 anni e vive a The Meadows?», si chiede. «L’avidità muove molte cose».
Poche persone hanno incontrato tanto Harper Lee, negli ultimi mesi, come Wayne Flynt. Lui e sua moglie sono andati a trovarla una dozzina di volte dall’inizio dell’anno. Si sono perfino visti fuori dalla casa di riposo. Sono andati insieme a vedere una rappresentazione del Re Lear all’Alabama Shakespeare Festival di Montgomery. Flynt ha detto a Lee: «Nelle, saresti un grande Re Lear. E potresti essere un Re Lear disabile, visto che tutti a Monroeville pensano che sei matta».
«E tu saresti il mio buffone», mi ha risposto.
«Una demente non risponde con tanto acume», dice Flynt. Quando, in uno dei suoi incontri con Lee, Flynt le ha parlato del nuovo romanzo, lei ha replicato: «Quale nuovo romanzo?».
«Quello ritrovato e che stanno per pubblicare».
Per un momento, Flynt ha pensato davvero che la memoria di Lee vacillasse e avesse perso le sue capacità mentali.
«Non so nulla di un nuovo romanzo», gli ha risposto Lee.
«Go Set a Watchman».
In effetti, Harper Lee scrisse Go Set a Watchman prima de Il buio oltre la siepe. «Non è il mio nuovo libro. È il vecchio».