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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

Rosario Crocetta intende resistere fino alla fine: «Dare retta al Pd? Finivo travolto dagli scandali. Quando vinsi le elezioni sa chi volevano farmi mettere in giunta, il Pd? Mirello Crisafulli, capisce? Mi odiano perché ho tagliato la formazione, che costava 400 milioni e oggi costa 150, e ci mangiavano tutti, tutti, anche il Pd. Sono l’unico governatore con cui Renzi non ha mai, mai parlato, neanche una volta»

Seduto su una poltrona nel suo studio di Palazzo d’Orleans – anzi, come dicono qui, Palazzo d’Òrleans – Rosario Crocetta ha l’aria di un uomo che resisterà fino alla fine. Il Pd in Sicilia è – tanto per cambiare – devastato da lotte interne, faide, divisioni. Crocetta è attaccatissimo dall’esterno, ma anche dall’interno, dai renziani e dai vecchi notabili a cui ha tolto poltrone e affari. Il problema è che la Regione è piantata, ferma, nulla riparte, e a Palermo nessuno è contento, neanche i cittadini, e lui fa fatica a girare per strada.
Che succede, Crocetta, è mai possibile che il primo ad avercela con lei sembra essere il Pd?
«È una vergogna, ma voglio farle un regalo. Se comincio a parlare io sui guai del Pd... Le racconto una cosa: quando vinsi le elezioni sa chi volevano farmi mettere in giunta, il Pd? Mirello Crisafulli, capisce? Guardate ora i suoi guai. E Franco Rinaldi, il cognato di Francantonio Genovese, ha presente lo scandalo che è poi scoppiato sulla formazione in Sicilia? Ecco: se stavo a dar retta al Pd la giunta durava sei mesi e veniva travolta dagli scandali giudiziari. Passi per l’Udc che voleva infilare Nino Dina, ma il Pd... Il loro astio per me comincia lì».
Ha fatto molti tagli meritori, ma dicono che la Regione è immobilizzata, bloccata.
«Vogliamo dire dei tagli? Mi odiano perché ho tagliato la formazione, che costava 400 milioni e oggi costa 150, e ci mangiavano tutti, tutti, anche il Pd. Perché ho fatto tre miliardi di risparmi per un buco di bilancio che ho ereditato. Perché avevamo ventimila forestali a cui non si potevano pagare più gli stipendi, e io ho tagliato quattrocento milioni di sprechi. E così mi odia questo sistema di potere trasversale».
Però anche Faraone, i renziani, la attaccano. Loro c’entrano con quel sistema di potere?
«Questo Faraone vuole solo fottermi la seggiola. Vogliono tutti la mia poltrona. Da Roma vogliono imporre dei piccoli proconsoli, non accettano che ci sia un governatore eletto dai siciliani, che lavora in autonomia».
E Renzi?
«Sono l’unico governatore con cui non ha mai, mai parlato, neanche una volta. Il governo ci deve 350 milioni di coperture, c’è una sentenza della Consulta, e non ce le dà per strangolarmi».
Però anche lei è un po’ mollato da tutti, se ne va anche una donna simbolo, Lucia Borsellino, all’indomani dell’arresto di Tutino...
«Fossi in lei me ne sarei andato da prima! La capisco benissimo, è addolorata, è oggetto di attacchi vergognosi. Per i risparmi che abbiamo fatto nella sanità, qui rischiamo la pelle. Abbiamo licenziato 900 delinquenti. La sanità con me è tornata in attivo, e non ho aumentato le tasse. Ma magari Renzi la Borsellino la difenderà; a me no di certo. Palermo è la città che attaccava Falcone, che eliminò Mattarella, che fece fuori Pio Latorre, che voleva mettere ordine, anche nel partito... O morto o in galera, diciamo qui».
Ma c’è questa storia di Matteo Tutino, il suo medico arrestato per accuse gravissime, peculato, truffa aggravata. I suoi nemici dicono che lei lo favorisse.
«Ma quando mai! È una barbarie questo uso di inchieste che non mi toccano minimamente. Che devo fare la prossima volta, farmi scegliere il medico curante dal Csm? Io sono diabetico e ho un problema respiratorio. Dovevo operarmi all’addome e Tutino voleva farlo lui perché la cosa poteva rientrare tra gli interventi di chirurgia estetica, rimborsati. Bene: non l’ho fatto, sono andato da un privato e ho speso 3800 euro. Peraltro la pancetta la tengo ancora, come vede».
Scusi ma ha mai provato a parlare col premier? È del Pd.
«Se lo chiamo mi passano i suoi attendenti, non m’interessa. Mi vogliono delegittimare e colpire. E pensare che il vero renziano ante litteram Sicilia sono io, la rottamazione la sto facendo io».