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 2015  luglio 02 Giovedì calendario

Otto milioni di greci in 19 mila seggi, si vota dalle 7 alle 19 di domenica, la consultazione è valida se l’affluenza supera il 40%. Ma finora le schede non sono state stampate. Ecco come funziona il referendum che deciderà il destino dell’Europa

Il referendum del 5 luglio adesso è su tutti i muri di Atene. I sostenitori di Syriza, il partito del premier Alexis Tsipras, hanno tappezzato la città. «Non con fondi pubblici», assicurano. Il testo dice: «No. Per la democrazia. Per la dignità». Anche il ministro Yanis Varoufakis ha dato il suo contributo a questa campagna mediatica, con un gigantesco striscione calato addirittura dalla finestra dell’ufficio del ministero delle Finanze: «No. Al ricatto e all’austerità». Si vota dalle 7 alle 19 di domenica: 19 mila seggi in tutta la Grecia, gli stessi delle politiche del 2 gennaio 2015.
Ma i costi, giura il ministro degli Interni Niko Voutsis, saranno dimezzati: «Non più di 20 milioni. Per la fase preparativa, compresi gli stipendi di tutti gli impiegati e dell’autorità giudiziaria, abbiamo stimato una spesa di 5 milioni e 100 mila euro». Ma quanti lavoreranno effettivamente alla macchina del referendum? Difficile avere la risposta, il ministro Voutsis dice ancora: «Gli stessi che hanno lavorato alle ultime elezioni». Anche la ditta che elaborerà e trasmetterà i dati è la stessa. Si chiama Singurat Logic: i risultati definitivi dovrebbero essere disponibili nella giornata di lunedì. Per essere valido, il referendum deve essere votato da almeno il 40% degli aventi diritto. Sono chiamati ad esprimersi 8 milioni di greci su una popolazione di 11 milioni.
Ieri è scoppiato il giallo della carta. Colpa di una dichiarazione del presidente dell’Unione Centrale dei Comuni, Giorgios Pautoluis: «Non è ancora stato possibile stampare le schede». Ma il problema, il ritardo, dovrebbe essere superato. La carta c’è. Anche se questo Referendum è stato criticato duramente dal Consiglio Europeo. Lo giudica preparato in fretta e male, fuori dagli standard internazionali. Ma si farà. Ormai non ci sono più dubbi. Questo il testo definitivo del quesito: «Deve essere accettato il piano d’accordo consegnato dalla Commissione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo monetario internazionale all’Eurogruppo del 2-6-2015 che si compone di due parti, le quali costituiscono la loro proposta unitaria...?». Seguono i titoli delle due parti.
Sopra c’è scritto No. Sotto c’è scritto Sì. Bisogna fare una croce nella casella. Un nuovo sondaggio di ProRat, pubblicato dal quotidiano Efimerida ton Sintakton, dice: prima della chiusura delle banche il «No» era al 57%, ora – con i disagi concreti, le code quotidiane per ritirare al massimo 60 euro – sarebbe sceso al 46%. Ma sempre in vantaggio sul «Sì», che si attesterebbe al 37%. In ogni caso, è un appuntamento davvero sentito. Nelle piazze c’è una manifestazione al giorno. Secondo l’analista Kostas Vaxevanis andrà a votare il 90% dei greci.