Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  luglio 02 Giovedì calendario

Il Jobs Act, la legge che purtroppo non si può applicare a chi l’ha votata, e l’impressionante quadro delle Regioni: dal Piemonte con le firme contestate delle liste Chiamparino, alla Campania con l’intrigo De Luca, alla Calabria travolta da Rimborsopoli, al Lazio sotto la scure di Mafia Capitale, alla Sicilia con la giunta Crocetta che ogni giorno perde un assessore. Una riflessione sul metodo Renzi (altro che Mister Wolf di Pulp Fiction)

Spesso il caos della lotta politica ci fa dimenticare che gli eletti del popolo in quanto tali sono pagati da noi. Uno stipendio che per l’intera Camera dei deputati è stato calcolato in 2.215 euro al minuto, mentre per il complesso dei consiglieri regionali il conto è più difficile anche se non meno esoso per le tasche dei contribuenti, visto che il costo delle Regioni più popolose sfiora i 90 milioni l’anno. Li paghiamo profumatamente perché risolvano i nostri problemi e invece passano il tempo a scannarsi. Impressionante il quadro descritto ieri sulle colonne del Fatto da Luca De Carolis: dal Piemonte con le firme contestate delle liste a sostegno di Chiamparino e con la possibilità concreta di tornare al voto, alla Campania con l’intrigo De Luca che non può mettere piede in ufficio, alla Calabria travolta da Rimborsopoli, al Lazio sotto la scure di Mafia Capitale, alla Sicilia con la giunta Crocetta che ogni giorno perde un assessore. Come si vede, si tratta di amministrazioni tutte a guida o a sostegno Pd, il che la dice lunga sul metodo Matteo Renzi, che all’opposto di mister Wolf di Pulp Fiction non risolve problemi ma li crea. In un qualunque altro luogo di lavoro un dipendente pigro o incapace o che sottrae soldi all’azienda verrebbe subito messo alla porta. Soprattutto ora che c’è il Jobs Act, legge che purtroppo non si può applicare a chi l’ha votata.