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 2015  luglio 01 Mercoledì calendario

Come dare ai lavoratori un «dividendo robotico» per distribuire all’intera società parte dei benefici ottenuti con l’automazione. Così l’umano forse non farà la fine dei cavalli...

Gli umani faranno la fine dei cavalli? è il titolo dell’ultimo saggio di Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee, gli economisti del Mit di Boston diventati famosi per le inquietanti riflessioni sull’impatto occupazionale di Internet, della robotica e dell’intelligenza artificiale.
I due autori riprendono il celebre accostamento tra bipedi e quadrupedi, fatto dal Nobel per l’economia Wassily Leontiev negli Anni 80. Per decenni si pensò che telegrafo e ferrovie, pur avendo soppiantato Pony Express e diligenze, non avrebbero minacciato il lavoro svolto dalla popolazione equina. Che crebbe di 6 volte, tra il 1840 e il 1900, fino a 21 milioni di animali. Tuttavia, con la diffusione dei motori a scoppio, il trend fece retromarcia: e, nel 1960, il numero dei cavalli era sceso a 3 milioni. Toccherà la stessa sorte ai lavoratori di oggi? Non necessariamente, è la risposta dei due studiosi, il cui punto di vista introduce, rispetto alle riflessioni precedenti, note più ottimistiche, fiduciose (forse anche troppo) nelle capacità auto-correttive dei sistemi-Paese. Intanto la considerazione che non saranno gli sviluppi tecnologici a stabilire la rilevanza del lavoro umano, bensì le scelte politiche. Certo, il web rimpiazza molti ruoli, ma la maggioranza dei lavori a media o alta intensità professionale resta fuori dalla portata delle tecnologie.
Inoltre, diversamente dai cavalli, gli uomini posseggono capitali. Esiste un’ampia ricchezza diffusa nei fondi d’investimento: un capitalismo di massa che compie scelte decisive. Perché non pensare, scrivono, a un «dividendo robotico» per distribuire all’intera società parte dei benefici ottenuti con l’automazione? L’esempio di riferimento è lo Stato dell’Alaska, che distribuisce ogni anno un dividendo petrolifero a ogni cittadino.
Ma, soprattutto, gli uomini votano, influenzando le scelte socio-economiche. Perciò, in futuro, non si possono escludere – in tutto l’Occidente – azioni e movimenti che propugnino restrizioni alle tecnologie ammazza-lavoro.