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 2015  luglio 01 Mercoledì calendario

La guerra del gas. L’Ucraina sospende gli acquisti dalla Russia. Kiev contesta il prezzo, Mosca il mancato pagamento del metano. E la Commissione europea deve mediare per un’intesa, che è fondamentale in vista dell’inverno per garantire sufficiente gas per coprire il fabbisogno dell’Ucraina ma anche garantire il transito delle forniture all’Ue. Un terzo del gas europeo viene dalla terra di Putin e di questo circa la metà passa attraverso i tubi di Poroschenko

Non solo Grecia ma anche Ucraina. Ieri scadeva il piano di aiuti per Atene ma anche un altro accordo importante per l’Unione Europea: il «pacchetto invernale» per le forniture di gas all’Ucraina e indirettamente all’Europa, frutto dell’estensione nel marzo scorso di un accordo con la Russia, ora da rinegoziare.
Ieri a Vienna ne hanno discusso Ue, Russia e Ucraina ma l’accordo per il prossimo inverno non è stato raggiunto. Mosca si è rifiutata di firmare un accordo per continuare le forniture di gas alle stesse condizioni dell’ottobre scorso. Immediata la reazione della compagnia statale ucraina Naftogaz, che ha annunciato la sospensione da subito dell’acquisto di gas russo. «Mossa politica», la replica di Mosca.
La Commissione europea, come per la Grecia, anche in questa partita sta svolgendo un ruolo di mediazione e oggi a Bruxelles ne riferirà il vicepresidente della Commissione Ue Maroš Šefcovic, con delega alle questioni energetiche, che ha incontrato i ministri dell’Energia russo Alexander Novak, quello ucraino Vladimir Demchyshyn e il ceo di Naftogaz Andriy Kobolev. Un trilaterale complesso data la situazione in Ucraina, dopo l’annessione da parte di Mosca della Crimea ormai più di un anno fa: nonostante gli accordi di Minsk del 12 febbraio scorso per un cessate il fuoco nell’Ucraina Orientale, una soluzione pacifica è ancora lontana, tanto che la Ue ha rinnovato le sanzioni economiche contro la Russia per mantenere la pressione sul Cremlino.
Ieri il presidente ucraino Petro Poroshenko spiegava in un’intervista al Corriere che tra i motivi di scontro con il presidente russo Vladimir Putin c’è anche il gas: Mosca «ci ricatta con le forniture di energia – ha detto – altro tema su cui dobbiamo rafforzare la cooperazione con gli europei». Quello di ieri è il secondo incontro a livello politico, dopo che per due mesi i tecnici hanno cercato di trovare una sintesi tra le diverse posizioni. Un accordo-ponte è necessario in attesa delle decisione, attesa per il 2016, dell’arbitrato internazionale a cui hanno fatto ricorso Naftogaz e Gazprom per un contratto siglato nel 2009 e che scadrà nel 2018: Kiev contesta il prezzo, Mosca il mancato pagamento del metano. Trovare un’intesa è fondamentale in vista dell’inverno per garantire sufficiente gas per coprire il fabbisogno dell’Ucraina ma anche garantire il transito delle forniture all’Ue. Un terzo del gas europeo viene dalla Russia e di questo circa la metà passa attraverso i tubi ucraini. L’autunno è ancora lontano e la mediazione è solo all’inizio.