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 2015  luglio 01 Mercoledì calendario

Quell’incertezza sui conti italiani: sul bilancio pesa l’incognita dei tassi di interesse. La manovra correttiva sarà di 20 miliardi, ma quasi la metà sarà però solo «virtuale», cioè realizzabile senza necessità di trovare coperture con nuove tasse o tagli di spesa. Intanto a maggio si sono persi 63 mila posti di lavoro

 Scontata nel bilancio di assestamento la spesa imprevista per il ristoro delle pensioni, dopo la sentenza della Consulta, il governo è intenzionato a rinviare ogni altro intervento di bilancio alla legge di Stabilità del prossimo autunno. L’assestamento dei conti 2015 approvato ieri dal Consiglio dei ministri non va oltre la sistemazione contabile della partita previdenziale, lasciando «scoperti» altri problemi emersi nel frattempo, ad esempio la copertura del mancato gettito del nuovo regime Iva sulla grande distribuzione, bocciato dalla Ue.
Il governo Renzi resta ottimista ma prudente, soprattutto alla luce della crisi greca. Il rischio temuto da Palazzo Chigi e dal Tesoro non è tanto quello finanziario legato ad un eventuale default, ma i riflessi negativi sull’economia dell’incertezza politica generale. E se il premier Matteo Renzi confermava ancora ieri l’intenzione di cancellare gli aumenti dell’Iva previsti nel 2016 e di non aumentare le tasse, ma semmai ridurle, dall’economia reale non arrivano buone notizie.
L’Istat ieri ha diffuso i dati sulla disoccupazione, non buoni, riaprendo le polemiche politiche sull’efficacia del Jobs act. Dopo l’aumento del mese di aprile (+0,6%), a maggio gli occupati diminuiscono dello 0,3% (-63 mila) rispetto al mese precedente. Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, cala nell’ultimo mese di 0,1 punti percentuali. Rispetto a maggio 2014, l’occupazione cresce dello 0,3% (+60 mila) e il tasso di occupazione di 0,3 punti.
Il numero di disoccupati rimane sostanzialmente invariato su base mensile. Dopo la crescita registrata a febbraio e a marzo e il calo di aprile, a maggio il tasso di disoccupazione resta invariato rispetto al mese precedente al 12,4%. Nei dodici mesi il numero di disoccupati è diminuito dell’1,8% (-59 mila) e il tasso di disoccupazione di 0,2 punti percentuali.
Il numero degli inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta nell’ultimo mese di 36 mila unità, dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Tra i giovanissimi, compresi tra i 15 e i 24 anni di età, la disoccupazione in maggio era pari al 41,5%, lo 0,1% in meno rispetto ad aprile.
Altra incertezza che pesa sui conti è quella relativa ai tassi di interesse. Il governo aveva fatto i suoi calcoli con un differenziale di interesse tra Btp italiani e Bund tedeschi più basso di quello che stanno registrando oggi i mercati, ma una permanenza degli spread a livelli più elevati rischia di comportare almeno per quest’anno una maggior spesa per gli interessi.
Per il 2016 Renzi, in un’intervista a Il Sole 24 Ore, ha intanto confermato una manovra complessiva di correzione dei conti da circa 20 miliardi di euro, che consentirebbe anche il finanziamento dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego (stimato nei documenti del governo in 1,6 miliardi di euro per il 2016), sbloccati da un’altra sentenza della Corte costituzionale.
Gran parte della manovra, quasi la metà, sarà però solo «virtuale», cioè realizzabile senza necessità di trovare coperture con nuove tasse o tagli di spesa. Circa sette-otto miliardi di euro dovrebbero essere recuperati semplicemente innalzando il livello-obiettivo del deficit pubblico, sfruttando tutti i margini concessi dalle regole europee.
Il deficit tendenziale del 2016, quello che si determinerebbe senza interventi di bilancio, corre verso l’1,4% del prodotto interno lordo, e verrebbe ritoccato all’insù di circa mezzo punto, creando nel bilancio del 2016 un discreto margine di manovra.
Risorse che saranno utilizzate per scongiurare gli aumenti dell’Iva previsti dal 2016, che valgono ben 16 miliardi di euro, insieme a quelle previste da una nuova tornata di spending review, che sulla carta valgono almeno 10 miliardi di euro.
Il prossimo passaggio sarà la verifica delle entrate fiscali dopo l’autotassazione di luglio (il termine è fissato al 7 del mese). Solo allora il Tesoro e Palazzo Chigi avranno un quadro attendibile della situazione di bilancio, potranno valutare l’eventualità di correttivi in corsa, oggi esclusi, ed impostare la legge di bilancio del prossimo anno.