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 2015  giugno 30 Martedì calendario

Che fine ha fatto Balotelli? Sul giocatore che si è meritato la copertina di Time ed era diventato il simbolo della lotta al razzismo è calato un silenzio imbarazzante. Così Super Mario è tornato malinconicamente Mario

Un anno dopo il buco nero è sempre più grande e più profondo. Che fine ha fatto Balotelli? Sul giocatore che si è meritato la copertina di Time ed era diventato il simbolo della lotta al razzismo è calato un silenzio imbarazzante. Super Mario è tornato malinconicamente Mario, lontano dalle prime pagine dei giornali e dalle trattative di mercato. Su di lui hanno scommesso e perso in parecchi. Galliani, nel giorno in cui riuscì a portarlo al Milan, si avventurò in una previsione che oggi suona beffarda: «Può diventare uno dei primi cinque giocatori al mondo». Oggi non è tra i primi 100. Il suo talento selvaggio, abbinato a una forza straordinaria, è rimasto nell’umida Manaus, in quel colpo di testa che un anno fa ha mandato al tappeto l’Inghilterra e illuso l’Italia al Mondiale in Brasile. Prandelli è un altro di quelli che su Mario aveva puntato tutto e che Mario ha tradito. Un errore grave con la Costa Rica, nella seconda partita, addirittura la sostituzione alla fine del primo tempo contro l’Uruguay a Natal, il giorno della fine di una certa Italia, della federazione di Abete, anche di Balotelli. Il Liverpool è stato un’illusione. Neppure Brendan Rodgers, specialista nel risollevare campioni smarriti, è riuscito a rimetterlo in sesto.
Il volo a planare è diventato una picchiata senza fine, sotto ogni profilo, anche economico. Al Manchester City, che lo aveva acquistato dall’Inter, Balotelli guadagnava 6 milioni, che al Milan sono diventati 4 e al Liverpool 3,5. Ora sembra che nessuno voglia più scommettere sul suo talento scomposto.
L’ultimo anno di Balo è stato un calvario. Si è lasciato con Fanny, l’ultima fidanzata e le volte che è andato sui giornali è stato solo per qualche apparizione notturna con il cappellino calato sugli occhi e una maglietta alla moda da bullo di periferia. Poca roba. Perché senza gol anche le imprese fuori dal campo perdono di significato. E di gol nella seconda vita inglese ne ha segnati pochini: uno in Premier e tre nelle coppe. Così anche Rodgers si è stufato. Lui dopo Prandelli, dopo Allegri, dopo Mancini e dopo Mourinho. L’egocentrico Balo ritiene che il calcio debba adattarsi a lui e non viceversa e allora balla da solo, fuori dagli schemi e dal contesto tattico.
Nell’estate che sa di rilancio per il calcio italiano, le offerte latitano per lo sciupacchiato Balotelli. Il Trabzonspor, periferia dell’impero, vorrebbe portarlo in Turchia. Ed è l’unico club che si è fatto vivo sul serio. Mario, complice l’estate, è sparito, lontano dagli occhi e lontano dal cuore. La speranza è che stia rimuginando sul suo passato da bad boy e su come domare quel misto di arroganza e timidezza che lo ha spinto lontano da tutti i suoi allenatori prima rapiti e poi delusi dal personaggio che ha sempre finito per schiacciare l’atleta. Se non corri, non segni. Se non segni non sei nessuno.
Ora Balotelli deve ricominciare daccapo, senza pensare ai soldi. Zenga gli ha aperto uno spiraglio alla Sampdoria. Sarebbe una scommessa per entrambi. Ma forse è il momento giusto. Ora o mai più. Se Mario ha capito i suoi errori, può ripartire. E sarebbe un bel messaggio nella stagione che porta all’Europeo in Francia. Conte non si è bruciato al fuoco di Balotelli, lo ha chiamato una volta e mai più, ma ha chiuso la sua prima stagione in Nazionale con un messaggio: «Le porte sono aperte per tutti». Anche per Mario se ritroverà la strada maestra.