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 2015  giugno 30 Martedì calendario

Dopo due anni di latitanza, si è costituito ieri mattina alla frontiera tra Italia e Svizzera Paolo Ligresti, figlio di Salvatore. È accusato di aggiotaggio e falso in bilancio nell’ambito dell’inchiesta sulla passata gestione di Fondiaria-Sai. Ora è agli arresti domiciliari

Si è costituito ieri mattina alla frontiera tra Italia e Svizzera Paolo Ligresti, figlio di Salvatore, a due anni dall’ordinanza di arresto nei suoi confronti emessa dalla Procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta sulla passata gestione di Fondiaria-Sai.
Anche per lui il reato ipotizzato è quello di aggiotaggio e falso in bilancio aggravato per la questione della sottostima dei sinistri, quantificata in circa 500 milioni dalla Procura di Torino – somma a cui la procura, nella scorsa udienza, ha aggiunto altri 90 milioni, con danni a carico degli azionisti per circa 300 milioni: tutti fatti relativi a operazioni su Fonsai effettuate tra il 2010 e il 2011, quando la compagnia assicuratrice era gestita dalla famiglia Ligresti attraverso Premafin. Su di lui pendeva una richiesta di arresto emessa dalla Procura di Torino, richiesta modificata dal gip del capoluogo lombardo in arresti domiciliari che Giocchino Paolo sconterà in Italia, nella sua abitazione.
La decisione di costituirsi, secondo quanto appreso, è stata presa da Paolo Ligresti nella prospettiva di partecipare al procedimento a suo carico, anche come forma di rispetto nei confronti dell’accertamento riguardante la sua posizione.
Ad avviare l’inchiesta, tra il 2012 e il 2013, era stata la Procura di Torino. A luglio l’arresto dei membri della famiglia Ligresti e dei manager del gruppo assicurativo. Paolo Giocchino Ligresti è rimasto per due anni in Svizzera, dove risiedeva, fino alla decisione di costituirsi.
Nel marzo 2014 uno dei due tronconi dell’inchiesta a carico dei vertici di Fonsai, troncone in cui rientra Gioacchino Paolo Ligresti, è stato spostato da Torino a Milano su decisione del gip che aveva accolto la questione di illegittimità territoriale sollevata dalla difesa di Ligresti. Dunque sarà ora il tribunale di Milano a giudicare, oltre a Ligresti, anche i sindaci della compagnia assicuratrice, i revisori e l’attuario allora incaricato da Fonsai, Gismondi.
L’inchiesta è coordinata dal pm Orsi e il procedimento è nella fase dell’udienza preliminare. Nei loro confronti il pubblico ministero Luigi Orsi ha rinnovato la richiesta di rinvio a giudizio e la prossima udienza preliminare è in calendario per domani, primo luglio.
Il primo filone del processo a carico dei Ligresti, Salvatore e Jonella, e dei manager coinvolti dall’inchiesta della Procura di Torino – Fausto Marchionni, Emanuele Erbetta e Antonio Talarico -, e coordinata dal pm Marco Gianoglio, si è aperto nel dicembre del 2013 con la costituzione come parte civile di centinaia di piccoli azionisti e consumatori attraverso le associazioni.
Finora sono stati ascoltati i testimoni e i consulenti tecnici dell’accusa, dopo l’estate toccherà alla difesa calare i suoi assi. Nell’estate del 2013 c’è stato il patteggiamento di Giulia Ligresti (condanna a due anni e otto mesi), mentre qualche mese dopo il gip di Torino ha rigettato la richiesta di patteggiamento di Jonella Ligresti, che dunque è rimasta in dibattimento con i tre manager e il patron Salvatore Ligresti. La sentenza, ipotizza la Procura di Torino, è attesa entro la fine dell’anno.