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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

I mangioni della Puglia. Solo negli ultimi due anni sono stati corrisposti 17 nuovi trattamenti vitalizi ad ex consiglieri regionali e perfino ad assessori esterni che hanno lavorato con Vendola per importi che oscillano fra 3mila euro e 7.700 euro mensili

Vitalizi aboliti? Manco per sogno. Nella Puglia di Nichi Vendola che sta facendo le valigie molto probabilmente per passare le consegne a Michele Emiliano (è il candidato in testa secondo tutti) prima di chiudere porta e ufficio tutti hanno pensato solo a quel privilegio che ben sapevano essere ancora vivo e vegeto. Solo negli ultimi due anni sono stati corrisposti 17 nuovi trattamenti vitalizi ad ex consiglieri regionali e perfino ad assessori esterni che hanno lavorato con Vendola per importi che oscillano fra 3mila euro e 7.700 euro mensili. Trentasei consiglieri – non pochi proprio nelle ultime settimane- hanno chiesto all’ufficio di presidenza del consiglio regionale di farsi fare i conti per capire a quale vitalizio avrebbero avuto diritto, se la somma poteva crescere con un conguaglio contributivo, e poi hanno pagato l’integrazione e si sono fatti deliberare il vitalizio (importo compreso), a cui avranno diritto magari fra più di 20 anni. Però è già deliberato a loro favore. Ventitrè consiglieri hanno fatto questa scelta pur non avendo diritto a quell’assegno se non fra qualche anno, al compimento del 60° anno di età. Tredici consiglieri regionali uscenti invece riceveranno il vitalizio subito, appena passate le consegne ai colleghi che verranno eletto sabato. Numeri clamorosi che smentiscono con tutta evidenza quella abolizione dell’assegno vitalizio che lo stesso Vendola aveva sventolato come successo negli anni scorsi (e come si vede non è stato abolito). E che creano qualche imbarazzo anche a Matteo Renzi, perchè almeno un terzo di quei consiglieri che hanno bussato alla porta chiedendo di farsi fissare il vitalizio, appartenevano proprio al Partito democratico. E hanno fatto spallucce quando il premier nonché segretario del loro partito ha definito «scandalosa» la persistenza di quei trattamenti previdenziali di tutto favore riservati ai politici nazionali e locali. Fra i questuanti del vitalizio quasi la metà non aveva nemmeno l’anzianità contributiva necessaria a ottenere il diritto. Ma l’ufficio di presidenza della Regione ha concesso loro di integrare i versamenti solitamente con un assegno di 66.560,76 euro per arrivare a 5 anni di versamenti (il minimo necessario) e farsi deliberare per il futuro un vitalizio mensile da 4.322,14 euro. La prima cifra era consistente, tanto più che a differenza di quel che è avvenuto in Parlamento, il versamento non poteva essere rateizzato, ma corrisposto in un’unica soluzione. Tutti però hanno chiesto la liquidazione anticipata dell’indennità di fine rapporto, e hanno pagato i contributi che mancavano con quella somma, senza tirare fuori dalle loro tasche nemmeno un euro. L’assegnone a vita insomma esiste ancora in Puglia e va assai di moda. Tanto che se lo sono fatti deliberare perfino i due consiglieri meno anziani. Filippo Caracciolo, del Pd, è nato nel 1972 e il primo vitalizio lo potrà prendere solo nel 2032, cioè fra 17 anni. Però non voleva rinunciare a quel privilegio da vecchi della politica, e ha diligentemente versato i 66.560 euro di contributi che mancavano. Come lui (stessa cifra) ha fatto Andrea Caroppo, Ncd, che è nato nel 1979. Dovrà aspettare il 2039 (24 anni) prima di riscuotere l’assegno mensile da 4.322,14 euro che ovviamente negli anni verrà rivalutato. Andrà invece subito in vitalizio appena entrerà un funzione il nuovo consiglio regionale un altro uscente del Pd, Mario Loizzo. E l’assegno mensile sarà di tutto rispetto, perfino da fare impallidire i colleghi parlamentari: 7.779,85 euro lordi. Per lungo tempo aveva accarezzato la stessa idea un altro collega, Francesco Damone. Che prima si è fatto deliberare il vitalizio a cui avrebbe avuto diritto (56.618,79 euro al mese), poi ci ha ripensato e 5 mesi dopo ha fatto un’altra scelta: niente vitalizio, si è fatto restituire i contributi versati riscuotendo un assegno da 165.271 euro. Ha preferito un bell’ovone oggi piuttosto della gallina domani...