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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

Trading online, così 560 mila italiani comprano e vendono titoli in tutte le grandi Borse mondiali. Pensionati, impiegati, disoccupati, poche donne e l’età media che si alza verso i 50 anni. Un secondo lavoro per arrotondare

Nella stragrande maggioranza dei casi è un uomo, con un elevato livello di scolarizzazione e di età sempre più avanzata, abita prevalentemente al Nord ed è un pensionato, un impiegato oppure un lavoratore autonomo. È il trader online, che ogni giorno (o quasi) cerca di far soldi scommettendo non sugli eventi sportivi o sui numeri del lotto, ma sulla finanza, comprando e vendendo titoli attraverso le piattaforme Tol, che consentono anche ai non professionisti di operare senza intermediari sulle Borse di quasi tutto il mondo. Senza nemmeno muoversi da casa o dall’ufficio e utilizzando, per piazzare gli ordini, computer e internet. Nato nel 1993 negli Stati Uniti con la piattaforma WealthWeb, il trading online è stato introdotto in Italia nel 1999 grazie a un regolamento Consob, e in questi 16 anni ha appassionato sempre più persone: basti pensare che nel 2005, quando i conti di e-trading aperti erano 3,7 milioni, quelli attivi erano 518mila, mentre nel 2012, anno dell’ultima indagine di settore da parte della Borsa Italiana, erano quasi raddoppiati diventando 6,5 milioni, 560mila dei quali attivi. Merito, oltre che della diffusione della banda larga anche dell’avanzamento tecnologico: 15 anni fa, per operare, erano necessari un computer di discreta potenza e una connessione abbastanza veloce, mentre ora sono sufficienti uno smartphone e una connessione cellulare 3G.
CAMBIA L’IDENTIKIT
Secondo l’ultima indagine sul mondo del trading online condotta da Anna Ponziani e presentata all’IT Forum di Rimini, i trader sono quasi sempre uomini: le donne, che nel 2014 erano l’8%, nel 2015 sono calate al 7%. Mentre continua ad alzarsi l’età media: una ricerca di Borsa Italiana del 2005 dava la fascia 35-44 anni come quella più rappresentativa (con il 35%), mentre i 45-54enni erano il 24,6% e gli under 34 il 21,7%; oggi, invece, è la fascia 45-54 anni a raccogliere il 35% di presenze (in sostanza sono gli stessi 35enni di 10 anni fa, che oggi hanno 45 anni e continuano a operare nel trading online). Mentre le nuove leve reclutate strada facendo non sono, come ci si aspetterebbe, i giovani (gli under 34 sono calati al l7%) ma persone più mature: i 55-64enni rappresentano esattamente un quarto del totale dei trader, mentre gli over 65 hanno visto un aumento vertiginoso e sono ora il 15% di coloro che operano sulle piattaforme di trading online. Non sorprende, quindi, che la professione più rappresentata fra i trader sia quella del pensionato (nel 18% dei casi), mentre gli impiegati sono il 13,6% e i professionisti e i lavoratori autonomi il 13,2%. Gli studenti sono invece solo lo 0,8% del totale, mentre c’è un’importante componente di disoccupati (il 7,1% del totale) che non avendo uno stipendio tenta di sbarcare il lunario comprando e vendendo titoli. Per quanto riguarda la geografia dei trader, il Nord continua a fare la parte del leone con il 64% di presenze; e se Sud e Isole sono stabili all’11%, è il Centro ad aver visto un calo, passando dal 29% del 2014 al 25%.
OBIETTIVO FARE SOLDI
Giovani e anziani, pensionati e disoccupati, uomini e donne, per tutti i trader online l’obiettivo resta però lo stesso: fare soldi, e possibilmente farli velocemente (magari addirittura in giornata, soprattutto se si opera con derivati, valute e indici). Anche se non sempre le cose vanno come si spera: se il 78% dei trader dichiara (forse con troppo ottimismo) di aver guadagnato nei primi 4 mesi del 2015, il 7% ammette di aver subito perdite e il 9% sostiene di essere andato in pari poiché guadagni e perdite si bilanciano. Ma c’è anche un non irrilevante 6% di trader che se sicuramente non ha portato a casa un risultato, non è nemmeno in grado di dire se ha pareggiato. Segno che non sempre trading online fa rima con soldi facili.