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 2015  maggio 29 Venerdì calendario

Il Nebrasca abolisce la pena di morte. È la prima volta da 40 anni a questa parte che una simile decisione viene presa da uno Stato apertamente conservatore. È in corso un cambiamento di rotta dell’America sulla pena capitale?

È certamente fuorviante, o comunque prematuro, parlarne come di un cambiamento di rotta dell’America sulle condanne a morte, ma la decisione del Nebraska di abolire la pena capitale è sicuramente un fatto di grande importanza, soprattutto perché è la prima volta da 40 anni a questa parte che una simile decisione viene presa da uno Stato apertamente conservatore. Il Nebraska si unisce agli altri 18 Stati (più il distretto della Capitale, Washington) nei quali non si effettuano più esecuzioni. Un cammino lungo e faticoso, quello degli Usa in questo campo. Dal 2007 a oggi sono sei gli Stati che hanno abolito la pena di morte: Maryland, Connecticut, Illinois, New Mexico, New Jersey e, ora, il Nebraska. Che è il primo con una netta maggioranza di destra a prendere una decisione simile dal quanto, nel 1973, iniezioni letali, camere a gas e sedie elettriche furono abolite in North Dakota. Decisione importante quella del Nebraska, ma non una sorpresa assoluta perché su questa materia nello Stato si era formato un consenso bipartisan sull’abolizione della pena capitale: l’ala dura della destra continua a considerarla uno strumento indispensabile per combatterei crimini più gravi, ma molti altri conservatori si sono convinti che il patibolo, obiezioni etiche e convinzioni religiose a parte, è un sistema inefficiente e molto costoso per punire i crimini. Il Senato dello Stato ha votato per tre volte l’abolizione della pena di morte, ma ogni volta il provvedimento è stato bloccato dal veto del governatore, Pete Ricketts, esponente della vecchia guardia integralista. Alla fine, però, si è creata una maggioranza qualificata abbastanza ampia per vanificare anche il veto di Ricketts. Non è detto che altri, a destra, seguiranno l’esempio del Nebraska, ma è un fatto che, mentre sono in lite su tutto il resto, democratici e repubblicani in qualche caso stanno riuscendo a dialogare in materia di riforma delle giustizia e del regime di detenzioni, con molti parlamentari conservatori favorevoli a ridurre le pene minime per i reati meno gravi, soprattutto quelli di droga.