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 2015  maggio 27 Mercoledì calendario

La lista nera dei 17 impresentabili per le Regionali, 13 in Campania e 4 in Puglia. Tra questi ci sono: Giovanni Copertino, indagato per corruzione dalla procura di Bari; Fabio Ladisa, rinviato a giudizio per furto aggravato e tentata estorsione; Massimiliano Oggiano, imputato per associazione mafiosa; Enzo Palmisano, coinvolto in un processo per corruzione. Altri nomi si aggiungeranno venerdì. La lista per ora rimane monca, congelata in vista della stesura definitiva

La lista nera dei diciassette che fa tremare i partiti. Da destra a sinistra. Ben 13 sono campani, 4 pugliesi. Altri nomi si aggiungeranno venerdì. Ma è già scontro nella commissione parlamentare Antimafia che ha voluto l’inchiesta e la pubblicazione. Che però rimane per ora monca, congelata in vista della stesura definitiva. La lista completa infatti sarà resa pubblica nel giorno in cui sulla campagna elettorale scenderà il sipario e resteranno meno di 48 ore all’apertura delle urne.
«Non possiamo fare uscire solo quattro nomi», urla la presidente Rosi Bindi intorno alle 19, quando sta per finire la riunione lunga tre ore dell’ufficio di presidenza della commissione. Un braccio di ferro estenuante sulla pubblicazione immediata o meno. Lei avrebbe voluto leggerli uno per uno davanti alle telecamere solo venerdì, quando le procure e le prefetture avranno completato lo screening anche sui 13 campani ancora “incerti”. Contrario il suo partito, col capogruppo pd Francesco Mirabelli che aveva ricevuto dalla segreteria Renzi il mandato per sollecitare la pubblicazione immediata di qualsiasi nome. Contrari al rinvio anche i Cinque stelle. Alla fine la spuntano loro: vengono ufficializzati almeno quei quattro nomi certi, i “pugliesi”. Giovanni Copertino, Fi, nella lista della Poli Bortone, è indagato per corruzione dalla procura di Bari, reato dichiarato in primo grado prescritto, ma ora in attesa di appello. Fabio Ladisa, nella lista “Popolari per Emiliano”, rinviato a giudizio per furto aggravato, tentata estorsione e truffa. Massimiliano Oggiano, lista “Oltre con Fitto” guidata da Schittulli. Risulta imputato presso il tribunale di Brindisi per associazione mafiosa, corruzione elettorale con aggravante mafiosa. La Procura di Lecce ha comunicato che il candidato è stato assolto in primo grado e pende appello, l’udienza è fissata per il 3 giugno 2015. Enzo Palmisano, lista Movimento politico per Schittulli, Area popolare. Coinvolto in un processo per corruzione, associazione a delinquere, truffa: condannato in primo grado, prescritto in appello, il processo pende in Cassazione.
E poi ecco i tredici nomi dell’altra regione cerchiata in rosso, ma lì si entra nelle sabbie mobili di Gomorra. La lista degli impresentabili diventa nebulosa, appena si varcano le province calde di Caserta, Avellino, Benevento. Perché se è vero che la gran parte dei nomi della black list proviene proprio dalla Campania, è anche vero che le Prefetture e le procure di quelle tre province non hanno ancora completato lo screening. Non è escluso che l’elenco venga dunque scremato domani, come pure che altri nomi vengano messi nella stesura definitiva. Rosi Bindi lamenta la fuga di notizie e rinvia la partita appunto a domani. Il cerchio si stringerà sui 13 ancora “sub iudice”. Ma chi sono? L’unico nome campano che compare per certo nell’elenco è quello di Antonio Scalzone, rinviato a giudizio per reati associativi e candidato nella circoscrizione di Caserta nella lista “Popolari per l’Italia” che sostiene Caldoro. Scalzone, travolto dalle polemi- che, aveva già scelto di ritirarsi «per evitare ogni strumentalizzazione e consapevole della mia innocenza: voglio dare l’esempio». Altri nomi in attesa dell’ultimo responso in Antimafia (potrebbero anche non comparire nell’elenco definitivo) sono quelli di Tommaso Barbato, ex Udeur (ora con De Luca), che sarebbe indagato per voto di scambio. All’attenzione della commissione sarebbe passato anche Antonio Amente, ex sindaco di Melito, proveniente dalle fila di Forza Italia, ora nella lista “Campania in rete” che sostiene De Luca. Il suo nome era comparso in una indagine del 2011 insieme ad altri 28 indagati, chiamati in causa da alcuni pentiti. Ma della sua posizione attuale nell’indagine non ci sono notizie certe. Risulta assolto dalla Cassazione perché il fatto non costituisce reato il vicepresidente del Consiglio regionale Biagio Iacolare, Udc (sostiene De Luca) finito qualche mese fa nel mirino della Dda di Napoli nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolti, tra gli altri, i titolari e fondatori della Sime costruzioni, attualmente in carcere in quanto ritenuti affiliati al clan Polverino. Altro nome discusso, Enricomaria Natale (Campania in Rete per De Luca). Natale, di Casal di Principe, è uno dei nomi più discussi. Roberto Saviano ha ricordato le vicende giudiziarie del padre, un presunto prestanome del clan Schiavone. «Ho rotto col centrodestra di Cosentino nel 2010 e i miei familiari hanno chiarito tutto», dice Natale.
Il premier Renzi esulta nel prendere atto che «non ci sono impresentabili» nelle liste Pd, anche se ne compare almeno uno certo in Puglia. Quello stesso Fabio Ladisa, coordinatore della lista Udc Realtà Italia-Centro democratico al quale Emiliano ha già chiesto di ritirarsi dalla competizione. Ma canta vittoria anche Matteo Salvini, «nessun nome tra i leghisti». Qualche perplessità la solleva il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, parlando a “di Martedì” su La7: «Capisco che la commissione Antimafia sta facendo operazione meritoria, ma è sempre pericoloso dare patenti di impresentabilità legate anche alle sole indagini».