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 2015  maggio 06 Mercoledì calendario

Caro Civati, se il fronte antirenziano rinunciasse a fare saltare l’abolizione del Senato in cambio del solito piatto di lenticchie, sarebbe l’ultima infamia. Ma proprio per questo scommettiamo che finirà così?

Stimo Pippo Civati e la coerenza della sua opposizione a Matteo Renzi, ma quando dopo la coltellata dell’Italicum ho visto il titolo della sua intervista al nostro Luca De Carolis (“Per me addio a un passo”), mi sono cadute le braccia. Ho pensato: siete ancora a un passo? Dopo tutto quello che il caudillo vi ha fatto ingoiare? Né mi sono ripreso quando, inoltrandomi nel roveto delle incertezze, ho letto che “c’è un problema politico insormontabile”, che “si aprono due strade”, “che bisogna essere pronti a rischiare tutto”, eccetera. E intanto confuso/ nel dubbio funesto/ non parto non resto (Metastasio). Per ciò che conta, penso che l’uscita dal Pd di qualche frammento della sinistra sarebbe l’ultimo favore fatto a Renzi. Mentre, se l’opposizione interna dei Democratici (i 61 di Montecitorio più una ventina a Palazzo Madama) si consolidasse in un fronte compatto e non ondivago, anche nelle modalità (voto contro, no mi astengo, no esco dall’aula, no parto per il ponte), sarebbero cavoli amarissimi per il premier che al Senato ha una risicata maggioranza. Egli, infatti, già si premura di far sapere che sulla oscena riforma costituzionale (che proprio al Senato sta per tornare) qualcosa è pronto a concedere contando sulla moral suasion di Mattarella e dei soliti pontieri in servizio permanente effettivo. Caro Civati, se il fronte antirenziano rinunciasse a fare saltare l’abolizione del Senato in cambio del solito piatto di lenticchie, sarebbe l’ultima infamia. Ma proprio per questo scommettiamo che finirà così?