la Repubblica, 6 maggio 2015
Ei Towers indagata per aggiotaggio su RayWay. La controllata Mediaset sapeva che la società non era «contendibile» e che lo Stato non sarebbe sceso sotto il 50%. Eppure ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) sulla gemella della Rai. Ora la procura di Milano vuole vederci chiaro
Ei Towers sapeva che la società non era «contendibile» e che lo Stato non sarebbe sceso sotto il 50%. Eppure la controllata di Mediaset, proprietaria delle torri che trasmettono il segnale radiotelevisivo in tutta Italia, non si è fatta scrupoli a lanciare un’offerta pubblica di acquisto e scambio (Opas) sulla società gemella della Rai. Ora la procura di Milano vuole vederci chiaro: ha disposto le perquisizioni della sede di Lissone e ha indagato i vertici di Ei Towers per aggiotaggio. Il 24 febbraio a sorpresa Ei Towers usciva allo scoperto con un comunicato stampa in cui annunciava di voler strappare Rai Way allo Stato. L’azienda era stata quotata a novembre dal governo Renzi per fare cassa a 2,95 euro per azione, il prezzo minimo della forchetta. Sembrava un trionfo essere riusciti a portarla in Borsa dopo una stagione di ritiri e fallimenti di altre matricole. Renzi incassa poco meno di 250 milioni di euro e altri 35,4 milioni dalla vendita di ulteriori 12milioni di azioni (la Greenshoe), briciole di fronte al debito pubblico italiano, ma che servono al governo per mostrare a Bruxelles che il piano delle privatizzazioni prosegue.
Passano tre mesi ed Ei Towers, gestita da Mediaset col 40% del capitale, mette sul piatto 4,5 euro per azione, un corrispettivo che lascia tutti a bocca aperta anche perché di gran lunga superiore ai 3,5 euro indicati dagli advisor del governo come possibile massimo incasso dal collocamento in Borsa. La mossa, inoltre, giunge inaspettata, perché il governo nel prospetto di quotazione di Rai Way aveva lasciato intendere che avrebbe mantenuto la maggioranza della società. A pagina 87 del documento il Tesoro si era premunito di avvisare gli eventuali nuovi azionisti della “non contendibilità” della società. Significa che anche dopo aver venduto il 35,5% del capitale al mercato, il ministero avrebbe mantenuto il 65,5% di Rai Way, una quota sufficiente per controllare e gestire la rete sulla quale corre il segnale televisivo italiano, considerata strategica per il Paese.
Da qui parte l’inchiesta milanese del procuratore aggiunto Francesco Greco e del sostituto Adriano Scudieri: «È emerso – si legge nel decreto di perquisizione – come Ei Towers spa fosse a conoscenza, all’atto di Opas, del fatto che Rai Way fosse società non contendibile così come si poteva evincere dal prospetto informativo della quotazione di Rai Way». E ancora: «Tale prospetto informativo prevedeva l’intenzione della Rai di mantenere quote di capitale di Rai Way non inferiore al 51%». Perché allora Mediaset, attraverso la controllata, avrebbe lanciato l’offerta?
Gli inquirenti hanno ipotizzato un tentativo di aggiotaggio, dopo aver osservato l’andamento dei titoli nei giorni successivi l’annuncio, avvenuto con il comunicato stampa del 24 febbraio. Dai 45,6 euro per azione iniziali, Ei Towers vola a 48 euro e raggiunge il 22 aprile il culmine di 54 euro. Ray Way invece sale da 3,7 a 4 euro per poi toccare i massimi a Pasqua (4,4 euro). Dal lancio dell’Opas ai rispettivi picchi, per entrambi i titoli il guadagno è stato di oltre il 18%. Ieri Rai Way ha perso il 2,1% a 4,31 euro, Ei Towers il 2,4% a 53,75. In ogni caso, l’annuncio dell’Opas, ritirata dopo l’intervento della Consob, il no del governo alla cessione e le perplessità dell’Antitrust ha riportato attenzione e valore su un settore che appariva stagnante (vedi articolo in pagina). Per capirne di più, invece, il Nucleo valutario della Guardia di Finanza di Milano ha perquisito la sede di Ei Towers, mentre l’intero consiglio di amministrazione è stato iscritto nel registro degli indagati. Sono il presidente Alberto Giussani, l’amministratore delegato Guido Barbieri, già finito sotto inchiesta a Roma e poi assolto come dirigente Mediaset per la compravendita dei diritti nella vicenda Mediatrade, e i consiglieri Michele Pirotta, Manlio Cruciatti, Piercarlo Invernizzi e Richard Hurowitz. All’assemblea degli azionisti del 21 aprile, il cda di Eitowers è stato rinnovato con la conferma di tutti e sei gli indagati, escluso Hurowitz.