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 2015  maggio 05 Martedì calendario

Fabrizio Arengi, l’italiano che ha salvato un banca in Connecticut. Ha investito 50 milioni di dollari, assieme a una cordata, facendo superare alla Patriot National Bank tutti gli stress test della Fed

Una grande stella con quattro punte azzurre e nel corpo centrale una bandiera su cui sventolano gli altri due colori della bandiera Usa. D’altronde, se nomen omen, il logo della Patriot National Bank, un piccolo istituto del Connecticut, impegnato nel sostegno delle piccole medie aziende locali, non poteva essere disegnato diversamente. Una decina di sportelli, tutti radicati sul territorio, che per la prima volta dal 2007 hanno chiuso il bilancio in positivo. Con un utile da 15,7 milioni (lo scorso anno la perdita era di 7,3 milioni), una crescita dei prestiti di quasi il 13% e un calo vertiginoso dei non performing loan passati da oltre il 16% del totale degli asset a solo 2,6. In poco più di quattro anni. Dietro al rilancio della banca (quotata al Nyse) non ci sono i colossi di Wall Street ma una finanziaria italiana, anzi veneta, nata nel 1992 sotto la guida di Ennio Arengi, per anni socio di riferimento della padovana Fidia Farmaceutici. A salvare la Patriot National Bank è stato soprattutto l’investimento di FidiaFin, la holding ora guidata da Fabrizio Arengi Bentivoglio (in passato ha avuto quote di Veneto Banca e Pop Vicenza,ndr), che nel 2010 ha scommesso 50 milioni di dollari assieme a una cordata di investitori legata all’ex Goldma Sachs, Michael Carrazza, riportando il piccolo istituto al profitto dopo aver superato tutti gli stress test della Fed. Un successo poco noto in Italia, ma che negli Usa sta trovando spazio sulla stampa specializzata e soprattutto nei circoli frequentati dai fondi speculativi. Confermando FidiaFin come una boutique dai buonissimi ritorni nel medio termine. Dopo essersi dedicata al settore energetico (solare in Italia e Albania) la finanziaria ha recentemente acquisito una partecipazione in Cais (Capital Integration Systems), importante provider di Wall Street nel settore della tecnologia finanziaria, scelto come partner strategico da Goldman Sachs e premiato nel 2012 nel settore Technology come miglior provider di sistemi bancari. E ha messo un piede anche nel comparto immobiliare.
Tra gli asset detenuti negli Usa, ormai più del 55%, Fidia conta anche una chicca residenziale. Tramite la NY Art Residences holding, è impegnata nella costruzione di un «building» residenziale completamente dedicato ai collezionisti d’arte. Un unicum nel panorama newyorkese. Si tratta di otto unità di lusso con ampie pareti disegnate apposta per ospitare quadri e sculture. Mentre al piano terra c’è uno spazio condiviso per ospitare mostre a tema. Per l’inizio del prossimo anno il presidente Arengi prevede la vendita e l’uscita dall’investimento. Rispettando la logica d’investimento tipica della famiglia.