Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 04 Lunedì calendario

Ritratto di Oliveira Salazar, l’autoritario che sembrava fascista

Il 25 aprile è la giornata dedicata alla liberazione dalla dittatura fascista, evento che non vale solo per l’Italia del ‘45, ma anche per il Portogallo del ‘74, 40 anni fa. Capo del governo era Marcelo Caetano, rovesciato questo da un colpo di stato militare, uno dei rari casi di golpe militare che porta alla democrazia. Caetano governava dal settembre del ‘68 quando era succeduto ad António de Oliveira Salazar morto poi due anni dopo, continuandone sostanzialmente la politica. A differenza di Franco, per non dire di Mussolini e Hitler, del clerico-fascista Salazar si sa poco, se ne è parlato sempre in maniera defilata, eppure governò il Paese lusitano per una quarantina d’anni. Bravo a evitare di entrare in guerra, fu responsabile di delitti politici, per non parlare delle guerre coloniali. Può tracciarne un ritratto esaustivo, pur nei limiti del suo spazio?
Umberto Berlenghini

Può tracciare un breve profilo sulla figura e l’opera di Salazar, corredandolo con riferimenti bibliografici allo scopo di approfondire la conoscenza di questo personaggio?
Francesco Fiorello
Cari lettori,
Quello di António de Oliveira Salazar appartiene alla categoria dei regimi autoritari che vestirono panni fascisti per ragioni di opportunità politica, nazionale e internazionale. Il colpo di Stato del 1926, con cui si concluse una fase piuttosto burrascosa del Portogallo democratico e parlamentare, fu un’operazione militare. Salazar era allora professore di economia all’Università di Coimbra e deputato di un piccolo partito. Divenne ministro delle Finanze perché la situazione economica del Paese era disastrosa e i generali avevano urgente bisogno di qualcuno a cui affidare la gestione di problemi con cui non avevano alcuna familiarità. Il ministro dette prova di una certa pragmatica abilità e due anni dopo, in occasione della formazione di un nuovo governo, fu invitato a conservare l’incarico. Ma è probabile che si fosse reso conto, nel frattempo, della totale ignoranza economica dei suoi padroni in divisa. Accettò, ma soltanto dopo avere chiesto e ottenuto che i suoi poteri venissero considerevolmente estesi. Cominciò così la graduale costruzione di uno Stato autoritario che il professore di Coimbra proclamò Estado Novo. Sembrò fascista perché Salazar prese a prestito alcuni dei caratteri distintivi dell’Italia mussoliniana: saluto romano, milizia, economia corporativa. Ma l’uomo politico portoghese, a differenza dei leader veramente fascisti, non dialogava con le masse e non aveva alcuna intenzione di dare ad esse un ruolo, sia pure prevalentemente teatrale, nella vita pubblica. Come Franco in Spagna, Salazar si guardò dal coinvolgere il Paese nelle vicende che precedettero lo scoppio della Seconda guerra mondiale. Scelse la neutralità e stette a guardare sino a quando decise che era giunto il momento di rinverdire i vecchi rapporti del suo Paese con l’Inghilterra.
Nel 1943, mentre l’evoluzione del conflitto favoriva ormai gli Alleati, affittò alla Gran Bretagna le basi navali portoghesi nelle Isole Azzorre. La Guerra fredda gli fu propizia. In anni in cui la politica internazionale era dominata dal conflitto Est-ovest, l’utilità del Portogallo nello schieramento atlantico persuase la Nato che sui peccati politici del regime era meglio chiudere un occhio. Morì nel 1970, ma una emorragia cerebrale lo aveva costretto a lasciare il potere due anni prima.
Per un confronto tra i fascismi, cari lettori, suggerisco una antologia di saggi storici pubblicata dalle edizioni Ponte alle Grazie nel 1996 con il titolo I fascisti. Le radici e le cause di un fenomeno europeo.