la Repubblica, 4 maggio 2015
La celebrazione della Juve, la rimonta della Roma, l’assenza del Milan e il caso Inter. Considerazioni a bordo campo
La Juve italiana è stata celebrata ieri come meritava e non è detto che quella europea, domani col Real, non meriti altre lodi. Qui, con qualche numero, arriviamo a due considerazioni. La prima è che i suoi scudetti la Juve li ha vinti con margini crescenti. Nel 2012 con 4 punti sul Milan, poi con 9 sul Napoli, poi con 17 sulla Roma. Oggi il distacco della seconda, sempre la Roma, è di 15 punti, ma ancora con quattro partite da giocare. Significa che la concorrenza pensa di rinforzarsi e di ridurre distanze che poi non si riducono.La seconda considerazione riguarda l’assenza di Milano. Inaugurato l’Expo, si sente dire che tutto il mondo ha gli occhi su Milano. Sarà, ma sulle partite è meglio di no: vederne di vecchie o aspettare tempi meno duri. Annunciati con cambi di proprietà già avvenuti (Thohir) o da definire (Bee). Capitali asiatici già spesi (Inter, senza risultati apprezzabili), trattative lunghe (Milan). Si fatica a capire perché Bee dovrebbe sganciare tutti quei soldi per lasciare invariato l’organigramma del Milan. Sarebbe un benefattore, più che un imprenditore. Berlusconi s’è reso conto di quanto costerebbe riportare il Milan agli antichi splendori, vuole lasciare la squadra in mani sicure e uscire di scena sul cavallo bianco. Questo Milan non gli serve né affettivamente né politicamente. Secondo, poi terzo, poi ottavo il Milan. Sesta, nona e quinta l’Inter, prosciugata dal triplete. Per tutt’e due le milanesi vale lo stesso discorso: i soldi, quando ci sono, bisogna saperli spendere bene. Non c’entra il risultato di Napoli: in dieci dopo 40”, il Milan poteva solo difendersi e sperare che il Napoli in blocco avesse la mira di Higuain sul rigore sbagliato, o le idee di un inguardabile Jorginho. Il Napoli, migliorato con l’ingresso di Gabbiadini e Mertens, ci ha messo 70’ per passare e nella corsa al podio c’è. E lo attendono Parma e Cesena.Dai 52 punti della Fiorentina, quinta, ai 49 dell’Inter, ottava, può succedere di tutto. Ma, per stare a quello che è successo, lo 0-0 dell’Inter a San Siro, contro un Chievo già salvo, non poteva che essere fischiato. Persa un’occasione per scavalcare le due genovesi. Un’occasione forse irripetibile, tanto più che le due prossime partite dell’Inter sono con Lazio (un po’ stanca) e Juve. A Udine l’Inter aveva vinto senza entusiasmare, in superiorità numerica e soffrendo nel finale, come le accade spesso, come ieri. A forza di inseguire la quadratura del cerchio, Mancini rischia di ritrovarsi senza quadrato e senza cerchio. Non si può dire che non le provi tutte. Come non si può negare che l’Inter avrebbe dovuto giocare con più ordine, più voglia, più cuore. Ho ascoltato Mancini ai microfoni di Sky. Forse ho visto un’altra partita. O forse, per difendere l’indifendibile, fa finta di averla vista lui: loro sempre chiusi, noi 24 conclusioni in porta, 75% di possesso palla, in partite così il solo torto dell’Inter è di non aver fatto gol. Ora, è vero che Maran ha dato al Chievo una notevole solidità, può vantare la quarta miglior difesa del campionato, ma il Chievo non è stato sempre accampato avanti a Bizzarri. Tant’è che il migliore dell’Inter è stato Handanovic.La Roma scavalca la Lazio, salvata da Marchetti. Sudato il pareggio contro un’Atalanta aggressiva, in gol con l’ex Biava. All’Olimpico grande partita di Florenzi. Per lui sarebbe calzante il soprannome di Di Livio, il Soldatino. Dove lo metti sta, ma vede molto di più la porta. Secondo gol consecutivo di Doumbia, forse stroncato con eccessiva fretta. È l’attaccante che più assomiglia a un centravanti, e di questo la Roma ha bisogno. Il suo calendario appare più morbido di quello della Lazio. Forse sarà decisivo il derby. Altro scavalcamento, per la gloria e per gli archivi. Di Natale si lascia alle spalle Baggino e il modo migliore era un gol di tacco, sintesi di fiuto e tecnica. Che tutti quei gol (206) Di Natale li abbia fatti vestendo le maglie di due squadre di provincia, Empoli e Udinese, è dettaglio non secondario.