la Repubblica, 28 aprile 2015
Da gennaio Apple ha incassato 58 miliardi di dollari. Nel solo primo trimestre 2015 ha realizzato un utile di 2,33 dollari per azione. Roba da record. La macchina da soldi per eccellenza, a Cupertino, è ancora e sempre l’iPhone: da solo genera la metà del fatturato. Cook ha annunciato che continua il programma di “restituzione di capitale”, la montagna di cash di cui dispone ormai sfiora i 200 miliardi
La regina della Borsa ha sconfitto le Cassandre. Apple ha incassato un fatturato di 58 miliardi nel primo trimestre 2015, superiore alle attese dei mercati (56 miliardi). Ha realizzato da gennaio a marzo un utile di 2,33 dollari per azione, contro i 2,16 previsti dalla maggioranza degli analisti finanziari in un sondaggio Reuters. Il profitto cresce del 33% in un trimestre. E aumenta di conseguenza il dividendo: +11%. Era un risultato atteso con apprensione, Wall Street ormai è Apple-dipendente, visto l’enorme peso della capitalizzazione di quest’azienda. Niente drammi, al contrario, la fiaba magica continua.
La macchina da soldi per eccellenza, a Cupertino, è ancora e sempre l’iPhone: da solo genera la metà del fatturato. Nel primo trimestre si sono venduti 61,2 milioni di questi smartphone.
L’ultimo modello, il 6plus, si vende benissimo e inoltre garantisce margini di profitto molto generosi (a differenza dei concorrenti low-cost come gli smartphone della Samsung e altri produttori asiatici).
C’era il timore che Apple andasse ad allungare la lista delle vittime del Superdollaro. Lo stesso chief executive Tim Cook aveva suonato un campanello d’allarme a gennaio, con la previsione di un ammanco di 2 miliardi di dollari negli utili: causato dalla caduta dell’euro che automaticamente alleggerisce il valore degli utili fatti nell’eurozona (una volta rimpatriati e quindi convertiti in dollari). Una stima fatta dal Financial Times valuta a 20 miliardi di dollari il fatturato “volatilizzato” nei bilanci delle maggiori multinazionali Usa, come conseguenza del superdollaro. Di fatto Apple si consola della “povertà” dei profitti europei, grazie alla Cina.
Ormai il fatturato che realizza in Cina ha superato quello che le proviene dal Vecchio continente. E gli azionisti saranno ricompensati non solo sotto forma di dividendi. Cook ha annunciato che continua il programma di “restituzione di capitale”, con acquisti di azioni proprie. La montagna di cash di cui Apple dispone ormai sfiora i 200 miliardi.