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 2015  aprile 28 Martedì calendario

L’Expo dalla A alla Z, ovvero dall’agricoltura alla zone aride, passando per Haiti, Qatar e Uganda. Manuale per orientarsi tra le proposte delle decine di padiglioni

Cosa vedere, ma soprattutto, cosa cercare all’Expo che si apre fra tre giorni a Milano. Ecco una breve guida in ordine alfabetico per organizzarsi uno o più itinerari tematici.
Agricoltura. È la protagonista silente dell’esposizione universale. La sfida per nutrire il pianeta, che poi è il tema della manifestazione, si potrà vincere o perdere nei campi.
Biodiversità. Un’intera area tematica dell’esposizione è dedicata al Biodiversity Park: 8.500 metri quadri con un parco che riproduce gli ambienti caratteristici della flora italiana: le Alpi, l’Appennino, la Pianura Padana, gli altipiani e i tavolieri, le coste e le isole.
Cluster. Una delle novità introdotte a Milano: per la prima volta i Paesi vengono raggruppati anche secondo identità tematiche e filiere alimentari. In tutto i cluster sono nove: riso, cacao e cioccolato, caffè, frutta e legumi, specie, cereali e tuberi, bio mediterraneo, isole e mare, zone aride.
Dei. Al cibo degli Dei, cacao e cioccolato, è dedicato uno dei cluster più stimolanti che trae ispirazione dai luoghi in cui il cacao viene coltivato: le piantagioni delle aree tropicali e subtropicali. In quest’area sono presenti sei Paesi: Camerun, Costa d’Avorio, Cuba, Gabon, Ghana, Sao Tomé e Principe.
Erbetta verde. Assieme alle piante e ai fiori, rappresenta la sfida degli allestitori. L’erba e i vegetali a piccolo e alto fusto devono resistere almeno fino alla fine dell’esposizione. Inclusi quelli abbarbicati su superfici verticali, come nei casi dei padiglioni di Francia e Monaco.
Future Food District. Posto all’incrocio tra Cardo e Decumano, il Future Food District comprende un padiglione di 2.500 metri quadri all’interno del quale la Coop Italia ha realizzato il supermercato del futuro. Al centro c’è il consumatore che potrà contare su tecnologie avanzatissime per scoprire fino in fondo il cibo che acquista.
Grande Milano. La Grande Milano, comprendente l’area metropolitana e i comuni limitrofi, ospiterà per i sei mesi dell’Expo oltre 35mila eventi pubblici.
Haiti. All’interno del cluster dei cereali e tuberi, espone Haiti che sarà un banco di prova: l’idea è quella di aumentare le rese delle colture tradizionali, per assicurare l’autosufficienza alimentare allo stato più povero dell’America Latina.
Identità Golose. Da Carlo Cracco a Davide Oldani, da Claudio Sadler a Pino Cuttaia: trecento cuochi di livello mondiale si alterneranno nelle cucine del padiglione Identità Golose Expo, nato dall’imperdibile appuntamento ideato dal giornalista-gourmet Paolo Marchi. Una «contaminazione» fra il made in Italy a tavola più rigoroso e i gusti del mondo.
Legumi. Assieme alla frutta saranno protagonisti di un cluster dove espongono Paesi in cui fagioli e fave rappresentano un elemento base per la sicurezza alimentare.
Milan Center for Food Law and Policy. Un osservatorio permanente guidato dal giudice Livia Pomodoro che proporrà stimoli e soluzioni innovative in tema di diritto al cibo.
Nuove colture. Più che nuove specie geneticamente modificate (Ogm) arriveranno molte proposte per valorizzare le varietà tradizionali: dai cereali alle spezie, dal riso alla frutta, fino ai fagioli. Un focus è dedicato ai terreni marginali dove antiche colture come quella cerealicola e della patata possono consentire alle popolazioni dei Paesi in via di sviluppo di rendere produttivi appezzamenti di terreno abbandonati da secoli.
Organizzazioni internazionali. Oltre ai padiglioni degli stati, a quelli corporate e ai cluster, sono presenti anche tre organizzazioni internazionali: l’Unione europea, l’Onu e la Comunità dei Caraibi.
Padiglione zero. Curato da Davide Rampello e progettato da Michele De Lucchi, introduce la visita del sito espositivo di Expo 2015: 10mila metri di scenografie all’ingresso ovest, dove si attende il 70% degli arrivi.
Qatar. Il padiglione della Perla del Golfo è molto atteso per il tema che si è dato: soluzioni innovative per un cibo sostenibile. Dalle serre (nel deserto) alla tavola.
Ricette mondiali. Expo worldrecipes è il volto partecipativo di Expo, il ricettario globale in italiano e inglese, costruito grazie al contributo di una comunità di media publisher, blogger, chef, associazioni e consorzi. Più di 160mila ricette tradizionali pubblicate da oltre 700 autori. Accessibile alla url: worldrecipes.expo2015.org.
Sito espositivo. È situato a ridosso del quartiere fieristico di Rho-Pero. Occupa complessivamente oltre un milione di metri quadrati.
Tracciabilità. Uno dei temi, assieme alla sostenibilità sociale e ambientale, comuni a molte aree tematiche. Da dove viene questo cibo? Dalla risposta a questo interrogativo dipendono le sorti delle filiere agroalimentari. E talvolta di intere popolazioni.
Uganda. Situato nel cluster del caffè, il padiglione del Paese africano rappresenterà la filiera produttiva che è la fonte numero uno di valuta straniera e in definitiva della sicurezza alimentare. Una buona pratica cui ispirarsi.
Veneranda fabbrica del Duomo. Sviluppato su più livelli, il padiglione conduce il visitatore su un percorso che permette di vivere simbolicamente l’esperienza di salire dalla Piazza Duomo alla Terrazza centrale della cattedrale fino a raggiungere una riproduzione della Madonnina.
Women for Expo. Un progetto che offre alle donne di tutto il mondo la possibilità di esprimersi su nutrimento del corpo e nutrimento della libertà e dell’intelligenza. A partire dai 104 racconti inediti, composti per Expo da altrettante scrittrici di tutto il mondo.
Zone aride. Il cluster dove il tema dell’esposizione, «nutrire il pianeta», assume i contorni della sfida. Alla scoperta dei segreti millenari, grazie ai quali le popolazioni delle regioni più inospitali del mondo riescono a sopravvivere.