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 2015  aprile 28 Martedì calendario

Italicum, un italiano su due non conosce i contenuti della riforma e la metà di quel 40 per cento che ne sa qualcosa è contro, ma quelli che votano Pd sono pro. Lo rivela un sondaggio Eurometra

La riforma elettorale inizia ad essere discussa questa settimana. Essa ha finito con il costituire, come si sa, un elemento cruciale per la vita politica italiana e i suoi prossimi scenari. Sia perché, in caso di approvazione, potrebbe modificare sostanzialmente l’assetto istituzionale, con molto maggior rilievo del premier (come ha sottolineato anche Diamanti su Repubblica): non arriveremmo ad una repubblica presidenziale, ma assisteremmo certo ad una forte concentrazione di poteri (e si può discutere se ciò sia opportuno oggi in Italia). Ma il dibattito sull’Italicum è importante anche da un punto di vista più tattico: infatti, se il testo attuale fosse invece respinto o modificato (in modo da dovere tornare al Senato), ciò metterebbe in discussione la vita stessa del governo, con possibili nuove elezioni, se Mattarella fosse di questo orientamento.
L’elemento di maggior incertezza è dato dal fatto che, come si sa, una parte consistente – seppure minoritaria – del Pd si oppone in varie forme e con diversi argo-menti alla versione dell’Italicum proposta da Renzi, tanto che quest’ultimo ha deciso di sostituire in commissione parlamentare i componenti del Pd che gli erano ostili. Per questo, la discussione in Aula vede oggi esiti relativamente incerti, anche se la maggioranza degli osservatori concorda nel prevedere che, alla fine, l’Italicum sarà approvato. Ma Renzi potrebbe arrivare a chiedere la fiducia, il che faciliterebbe certamente il passaggio parlamentare, ma che solleverebbe questioni politiche di grande rilievo. Gli italiani seguono abbastanza tutta la vicenda. Abbiamo provato, la settimana scorsa, a porre una domanda «trabocchetto» chiedendo se la discussione in Aula sarebbe stata questo mese, come è vero, o l’anno prossimo, ciò che è del tutto campato in aria. Grossomodo metà degli intervistati (48%) ha risposto correttamente. Qualche lettore potrà scandalizzarsi nel vedere che, dopo che tutti i media hanno parlato del confronto parlamentare, la quasi maggioranza degli elettori non ne sia al corrente. Ma è un fatto normale, dato che la gente segue per lo più da lontano e con un certo disinteresse gli avvenimenti politici quotidiani (presa com’è, specie in questo periodo di crisi economica, dai propri problemi immediati) e, anche sulla base di altre esperienze precedenti, si può affermare che il 48% di consapevoli indica già una larga attenzione a tutta la questione. Naturalmente, risultano più informati i possessori di titoli di studio più elevati, i residenti nei grandi centri urbani e gli elettori del Pd, dato che il dibattito si svolge in larga misura all’interno del loro stesso partito.
Alla domanda più diretta sulla percezione di conoscenza dei contenuti della riforma proposta, risponde affermativamente poco più del 40%, mentre il restante 60% ammette di non essere al corrente dei meccanismi proposti con l’Italicum. Ciò mostra, incidentalmente, come anche una parte consistente di coloro che sanno che la riforma è in discussione, dichiara di non conoscerne comunque il merito. La non informazione sui contenuti della riforma proposta è più accentuata tra i giovanissimi fino ai 24 anni e tra quanti dichiarano comunque l’intenzione di astenersi alla prossime elezioni o di essere indecisi sul partito da votare: una porzione attualmente assai consistente dell’elettorato. Ma tra chi afferma di conoscere il merito dell’Italicum, quanti sono favorevoli e quanti contrari? Il campione intervistato si spacca, a riguardo, grossomodo a metà, con una lieve prevalenza degli oppositori alla riforma. Considerando infatti i soli intervistati che si dichiarano al corrente dell’Italicum, il 46% (corrispondente al 19% dell’elettorato italiano nel suo insieme) afferma di essere favorevole e il restante 54% (pari al 22% di tutti i cittadini) è contrario. L’avversione alla riforma si accentua tra i meno giovani e, specialmente, tra chi possiede un titolo di studio elevato: i laureati si rilevano dunque particolarmente contrari all’Italicum. Come era facile aspettarsi, il dissenso è anche più frequente tra gli elettori del centrodestra (Forza Italia e, in misura ancora maggiore, Lega Nord), ma anche tra chi si colloca nel centro tout court l’avversione è piuttosto accentuata. Viceversa, l’elettorato del Pd si caratterizza per una più decisa approvazione (41% dei votanti per il partito di Renzi) della riforma: ma anche qui la maggior parte, comunque, non è a conoscenza dei contenuti.
Insomma, la gran parte degli italiani non è al corrente dell’Italicum. E tra chi lo è prevale, sia pure di poco, la contrarietà a quest’ultimo. Si tratta di un fatto significativo, che potrebbe pesare anche nella discussione in Parlamento.