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 2015  aprile 21 Martedì calendario

Quei 48.000 dirigenti che incassano 800 milioni l’anno solo di premio di risultato. A Report, Milena Gabanelli e Bernardo Iovene denunciano l’ennesima stortura della pubblica amministrazione

Premio è ciò che si riceve in riconoscimento dei propri meriti e di una superiorità dimostrata. Nella pubblica amministrazione, fate bene attenzione!, ci sono 48.000 dirigenti che incassano 800 milioni l’anno solo di premio di risultato.
Con simili dirigenti, così bravi, così attaccati al proprio lavoro, la macchina dello Stato dovrebbe funzionare alla perfezione. E invece no. Cosa c’è che non va? A Report, Milena Gabanelli e Bernardo Iovene ci hanno spiegato l’ennesima stortura (domenica, ore 21.30). La retribuzione dei dirigenti pubblici è composta da almeno 3 voci: lo stipendio base che parte dai 43.000 euro, quello di posizione in media altri 40 mila euro e quello di risultato, che dovrebbe essere legato al raggiungimento di obiettivi. In Italia quasi tutti li raggiungono mentre in Inghilterra soltanto il 25%, vale a dire uno su quattro ottiene il premio di risultato.
È evidente che la pubblica amministrazione in Italia non funziona bene, eppure i suoi dirigenti vengono premiati. Sergio Chiamparino ha parlato di «tran tran nazionale consociativo», i sindacati considerano da tempo il premio come una componente fissa della retribuzione, e così via.
Domanda: chi fissa gli obbiettivi, chi valuta i risultati? Sta di fatto che quegli 800 milioni all’anno di premi pesano più di un macigno sui conti pubblici: per dire, l’abolizione dei consigli provinciali ha fatto risparmiare allo stato soltanto 110 milioni di euro. La parte più amaramente divertente di Report è stata quella dedicata agli indirizzi fittizi di alcune società che evadono il fisco.
Il comune di Roma si è inventato alcuni indirizzi artificiosi per dare una residenza alle persona senza fissa dimora.
Ma subito qualcuno se n’è approfittato. Via Modesta Valenti 21, non esiste, ma molte ditte hanno usato questo domicilio come sede dei loro traffici e l’Agenzia delle entrate non sa dove pescarli. In Italia vengono sempre premiati i più furbi.