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 2015  aprile 17 Venerdì calendario

Gli ottant’anni del nylon, il filato che ha rivoluzionato le gambe femminili. Sotto forma di calze, liberò la donna dalle “catene” di quelle di lana, scomode e pesanti, e di quelle di seta, belle ma fragili e costose, democratizzando così l’accesso all’eleganza

Resistente, elastico, multiuso e perfino seducente. Tanto da entrare nell’immaginario estetico per vestire e, cinema insegna, soprattutto “svestire” grandi bellezze in più o meno improvvisati strip. Il nylon festeggia i suoi primi ottant’anni. A inventarlo, nel 1935, è stato lo statunitense Wallace Hume Carothers – già co-ideatore della prima gomma sintetica, il neoprene – che ha sintetizzato il nylon 6,6 in un laboratorio della DuPont, nel Delaware. Figlio di un maestro di scuola, Carothers si laureò prima in filosofia e poi in chimica. Doppia vocazione per un unico destino: la sua invenzione ha aperto grandi porte alla chimica, favorendo gli studi per altre resine e fibre sintetiche, ma anche alla “filosofia” di fascino e fashion, regalando nuovi sguardi e, più ancora, nuove visioni al femminile.
Il nylon, sotto forma di calze, liberò la donna dalle “catene” di quelle di lana, scomode e pesanti, e di quelle di seta, belle ma fragili e costose, democratizzando così l’accesso all’eleganza. Brevettato nel 1937, fu presentato come calza, per la prima volta nel 1938 all’Esposizione mondiale di New York. Fino ad allora a indossare la fibra rivoluzionaria erano state solo donne vicine alla DuPont, dipendenti o mogli di scienziati. La prima esposizione catturò subito l’attenzione del potenziale mercato, ma furono necessari altri diciotto mesi per la commercializzazione nazionale, nel 1940. Proposte a 1,15 dollari il paio, già nella prima mattinata di vendita, le calze fecero registrare il sold out. Solo nel primo anno ne furono vendute 64 milioni di paia.
LA LINEA DISEGNATA
Il nylon consentiva alle donne di muoversi in modo diverso, anche sul piano sociale, “accompagnandole” a grandi falcate nella corsa per una maggiore emancipazione. Neppure la guerra riuscì a togliere dalla testa delle ragazze la nuova invenzione. Chi poteva, comprava le calze al mercato nero, le altre disegnavano la simbolica linea di cucitura direttamente sulla pelle. La fine del conflitto si festeggia con nuove code davanti ai negozi. Centinaia, in alcuni casi migliaia, di signore battagliano tra loro per ottenere le poche paia disponibili. I giornali statunitensi parlano di “disordini”. A Pittsburgh, nel 1946, furono in quarantamila a mettersi in fila.
La differente attenzione dedicata alle gambe cambia la moda, per portarle in primo piano, fino ad arrivare alla minigonna. E cambia lo spettacolo, accendendo letteralmente i riflettori su quella lieve trasparenza, che invece di coprire, esalta le forme femminili. Il cinema ha dato un grande contributo, facendo della calza il primo strumento di seduzione, da quella tolta da Sophia Loren in Ieri, oggi, domani a quella lentamente indossata da Anne Bancroft ne Il Laureato, senza dimenticare lo strip di Kim Basinger in 9 settimane e mezzo.
L’EVOLUZIONE
Nel frattempo il nylon aveva conquistato anche altre frontiere dell’abbigliamento, ma le calze prima e i collant poi si erano fatti vera e propria icona di femminilità. Un’icona che, oggi, si diverte a giocare con se stessa, regalandosi nuove sensualità e prospettive. L’offerta si fa sempre più ampia e colorata. Nonché, personalizzata. La calza diventa maschera, aiutando ogni donna a trasformarsi nel personaggio che desidera. L’ultimo trend è il “falso”. Di griffe in griffe, la primavera colora le calze di finti tatuaggi, fino ad arrivare agli HotTattoo Socks, con lacci pop-surrealisti che sembrano trapassare la pelle e graffiti di Banksy.
IL NIPPO-STYLE
Pop pure le creazioni di Les Queues de Sardines con formiche arrampicate sulle caviglie o grandi occhi dalle ciglia mascarate. Kenan Dogulu disegna un scalatore diretto verso l’orlo della gonna. Sono skyline cittadini quelli tratteggiati da Zohara, a riprova che la bellezza può avere la città ai suoi piedi. Colinedesign, su etsy.com, stampa sui collant poesie e testi, da quelli di autori famosi a quelli scritti di proprio pugno. Basta inviare il materiale per riceverlo stampato sulle calze. Non mancano le finte parigine, da quelle più sexy con reggicalze disegnato a quelle più divertenti, nippo-style, che tracciano sulle gambe la silhouette di gattini, conigli e perfino quella della “star” animata Totoro. Ottant’anni e non sentirli.