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 2015  aprile 01 Mercoledì calendario

Scie chimiche, laser o bosone? Complottisti scatenati sull’Airbus 320 della Germanwings. I fanatici della dietrologia ignorano la realtà e sfornano fantasie. La migliore: il pilota trovato morto in un’auto e poi incolpato

Sono qualche migliaio. Si informano (o meglio, si «controinformano») sulla Rete, su blog e forum «alternativi». Le loro teorie vengono lanciate e rilanciate sui social, finiscono sulle bacheche Facebook dei più insospettabili. Sono i complottisti, coloro che non si accontentano mai della versione ufficiale, ma sono convinti che tutto sia pilotato. Dai potenti, dagli Usa, dalla Cia, dal Mossad, dai fautori del Nuovo ordine mondiale.
Non c’è evento di rilevanza mediatica dietro cui non trovino le prove di una cospirazione. E anche per la tragedia del volo Germanwings schiantatosi contro le Alpi francesi si sono scatenati. Fomentati dalle prime notizie che parlavano di «rotta anomala» o dagli «otto minuti di buio», i complottisti le hanno pensate proprio tutte.
Una teoria su tutte campeggia fin dall’inizio: quella dell’inseminazione igroscopica delle nubi basse (una pratica che consisterebbe nell’immissione di sali nelle nuvole per «pilotare» le piogge, ovvero le «scie chimiche»), che giustificherebbe la quota troppo bassa a cui l’aereo volava. «Su quella zona vanno fermate le perturbazioni», scriveva il giorno della strage il guru Rosario Marcianò su Facebook, «Il satellite gestisce le irrorazioni e i piloti eseguono il cambiamento di rotta e quota quando necessario». Il tutto condito da foto satellitari che mostrano «pappa chimica nell’aria».
E ancora: «La scatola nera mostrata nelle foto evidenzia una scritta in francese. Non è certamente parte del volo in questione». Peccato che l’Airbus abbia sede in Francia...
Ma non finisce qui: con il passare delle ore si scopre che a far precipitare deliberatamente l’aereo è stato il copilota, Andreas Lubitz. A dimostrarlo ci sono le registrazioni di una delle scatole nere. Ma per loro non è sufficiente: i potenti hanno inventato tutto e incolpato uno dei morti per coprire la verità.
Spunta quindi la teoria del raggio laser chimico Hellads in mano agli americani che, invece di abbattere un missile balistico intercontinentale che passava sulla Francia, avrebbero colpito per errore un aereo civile. Per provarlo i complottisti portano link, dati tecnici e persino dei «dispacci» del Ministero russo della Difesa (inutile dire che di questi documenti non c’è nessuna conferma da Mosca).
Altri addirittura sostengono che l’aereo sia stato scortato da due caccia. A riprova c’è anche un testimone che avrebbe sentito «un boato come da esplosione di dinamite» e che poi avrebbero visto i caccia seguire l’Airbus. Una dinamica che fa pensare – ne sono certi – all’abbattimento del velivolo.
E che dire dell’acceleratore di particelle del Cern di Ginevra (quello del bosone di Higgs) che avrebbe creato un campo magnetico tale da tirar giù il velivolo? E poi quei dettagli che non tornano: come è possibile che l’aereo non sia esploso (in un primo momento fonti ufficiali parlavano di «relitto intatto»)? E perché nessuno ha trovato pezzi di aereo ancora intatti? Perché se nello schianto il velivolo si è quasi disintegrato non c’è un cratere sulla montagna? E che fine ha fatto l’altra scatola nera (qualcuno arriva a dire che l’aereo sia stato fatto schiantare in modo tale da distruggere i registratori di volo)? Per non parlare di quel cognome d’origine ebraica del copilota...
Fino all’ultima «notizia» diffusa sui siti di riferimento, che citano la Cbs, il corpo di Lubitz sarebbe stato ritrovato senza vita nel bagagliaio della sua auto a Barcellona. Inutile dire che ovviamente nessuna traccia della notizia si trova su qualsiasi media ufficiale (nemmeno sul sito della Cbs).