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 2015  aprile 01 Mercoledì calendario

Come spiegare a un iraniano, o a qualunque altro abitante del pianeta Terra che vive in un Paese sprovvisto di energia nucleare, perché solo un ristretto gruppo di nazioni è autorizzato a farne uso, anche militare, senza che questa prerogativa possa essere considerata “minacciosa” per altri popoli e altre nazioni?

Neppure un genio dell’arte oratoria, in tandem con un genio delle scienze diplomatiche, saprebbe spiegare a un iraniano, o a qualunque altro abitante del pianeta Terra che vive in un Paese sprovvisto di energia nucleare, perché solo un ristretto gruppo di nazioni è autorizzato a farne uso, anche militare, senza che questa prerogativa possa essere considerata “minacciosa” per altri popoli e altre Nazioni. In punta di diritto e di buon senso è un ragionamento così iniquo e così illogico da non essere spendibile. Tanto varrebbe costituire un “club atomico” che si autoproclama unico garante dell’ordine mondiale, dichiara che le Nazioni Unite sono solo un baraccone pletorico, assume esplicitamente il governo del pianeta e fa espressamente veto a qualunque altro Paese di trafficare con gli atomi, pena il suo immediato incenerimento. Una prepotenza conclamata avrebbe almeno il pregio dell’onestà. Nessun altro ragionamento discriminatorio regge alla prova della presunta parità di diritti e di doveri tra le Nazioni; e dunque se davvero l’amministrazione Obama riuscisse a contribuire positivamente allo scioglimento dell’intricato nodo del nucleare iraniano, sarebbe un clamoroso passo in avanti lungo la strada, molto impervia, che porta verso la pari dignità tra le Nazioni, o almeno a qualcosa che comincia vagamente ad assomigliarle.