Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 31 Martedì calendario

A che punto è la nuova legge elettorale, come funziona, cosa cambierà, quanti saranno i nominati. Insomma, di cosa parliamo quando parliamo di Italicum. Domande & risposte per capirne di più

A che punto è l’iterdella legge elettorale?
La legge elettorale, il cosiddetto «Italicum», è stata approvata con alcune modifiche a gennaio dal Senato: ora manca il via libero definitivo dalla Camera.
Come funzionerà?
Una premessa: l’Italicum entrerà in vigore solo dal 1° luglio 2016 e si applicherà solo alla Camera e non al Senato, destinato a diventare non più elettivo con la riforma costituzionale. È un sistema elettorale sostanzialmente proporzionale, ma con un forte premio di maggioranza che assicura a chi vince il 55% dei seggi, vale a dire 340.
Ma non funzionava così anche per il Porcellum?
Da un certo punto di vista sì, ma con due grandi differenze. La prima: nell’Italicum non esistono più le coalizioni. I partiti si presentano da soli o, se vogliono, possono unirsi in una lista unica (che dovrà dotarsi di uno statuto). La seconda: è vero che anche il Porcellum prevedeva un premio di maggioranza che assegnava 340 seggi al vincitore, ma non c’era alcuna soglia (motivo per cui è stato dichiarato incostituzionale). Vale a dire: il premio andava al partito (o alla coalizione) più votato, a prescindere dall’entità del suo risultato. Nell’Italicum c’è invece una soglia di accesso al premio.
In cosa consiste la soglia di accesso per il premiodi maggioranza?
Per avere il premio non basta arrivare primi, ma bisogna superare il 40% dei voti (nella prima versione era il 37%).
E se nessun partito supera il 40%?
Si va al ballottaggio tra i due partiti più votati. Chi vince, si prende 340 seggi e può governare con una solida maggioranza. Importante: tra il primo e il secondo turno non sono possibili apparentamenti tra le varie liste.
E gli altri seggi come vengono distribuiti?
Vanno, in proporzione ai voti ottenuti, a tutti gli altri partiti che hanno superato il 3%, che è l’unica soglia di sbarramento sopravvissuta (nella versione originale ne esistevano tre, una per le liste, una per le coalizioni, una per le liste in coalizione, secondo un meccanismo molto simile a quello del Porcellum).
Ma in sostanza, per l’elettore cosa cambia?
L’elettore si troverà una scheda su cui sono stampati i simboli dei partiti (non più raggruppati in coalizioni) e potrà sceglierne uno. Accanto al simbolo, ci sarà scritto il nome del capolista «bloccato», quello scelto dal partito. Si potranno poi esprimere fino a due preferenze, un uomo e una donna. Altra novità: potrà votare anche chi si trova all’estero per almeno tre mesi (come gli studenti Erasmus).
Quanti saranno i «nominati» in Parlamento?
Non è facile da stimare e ci sono varie interpretazioni. Diciamo che, per ogni partito, i primi cento eletti saranno tutti «nominati» e andranno alla Camera a prescindere dalle preferenze. Quindi, se il partito che vince elegge 340 deputati, 100 saranno sicuramente i capilista (i «nominati» dalla segreteria del partito), gli altri 240 saranno eletti in base alle preferenze ottenute. Ma se un partito elegge 90 deputati, saranno tutti «nominati».
Perché proprio 100?
Perché 100 sono i collegi «plurinominali» del nuovo Italicum, in ognuno dei quali verrà eletto un numero di deputati che va da 3 a 9.
Un candidato può presentarsi in più collegi come capolista?
Sì, fino a un massimo di dieci.