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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

Clean-Reader, l’app che sostituisce le parole volgari dagli ebook con un linguaggio da bacchettoni e fa infuriare gli scrittori. Ma se cancella un «Oh mio dio!» in favore di un «Santo cielo» non distingue la differenza tra «vagina», «ano», «clitoride» o «culo», tutti termini che trasforma in «sedere»

Una nuova App sta facendo molto discutere. Si chiama Clean Reader ed è stata progettata per eliminare le parole ritenute offensive o volgari dai libri in formato elettronico. L’avvento di questa nuova App, che permette ai lettori di sostituire il linguaggio troppo esplicito con parole “più pulite”, ha sollevato le reazioni furibonde degli autori i quali ritengono che, sia pure indirettamente, incoraggi la censura.
Come funziona? Clean Reader è una App concepita per eliminare le parole comunemente ritenute offensive dai libri elettronici, senza bisogno dell’autorizzazione dell’autore, sostituendole con un linguaggio più adatto ai bambini o ai bacchettoni.
Joanne Harris, autrice di Chocolat, da cui Lasse Hallstrom ha tratto l’omonimo film con Juliette Binoche e Johnny Depp, Vino, patate e mele rosse e La scuola dei desideri, ha postato su un blog una vera e propria invettiva contro la App Clean Reader criticando prevalentemente il forte “pregiudizio a sfondo religioso” che colpisce espressioni di uso comune quali “Oh mio Dio!” trasformate in “Santo cielo!” e “Gesù Cristo” che la App edulcora in “Geez”.
In un articolo apparso sul Washington Post, Ron Charles ricostruisce la storia e la genesi della App. Clean Reader è stata partorita dalle fervide menti di Jared e Kirsten Maughan residenti nello stato dell’Idaho, Stati Uniti. Ci hanno pensato mentre cercavano un libro adatto alla figlia che frequenta la quarta elementare: “Volevamo che nostra figlia leggesse qualcosa che mettesse alla prova la sua abilità di lettrice” – spiega Jared Maughan – “ma al tempo stesso ci preoccupava che potesse essere turbata da un linguaggio troppo esplicito”.
Così i coniugi Maughan hanno pensato di mettersi alla ricerca di una App in grado di ripulire i testi e, non trovandola, hanno deciso di crearla. Il loro scopo era semplicemente quello di rimuovere tutte le oscenità rendendo i libri adatti ai bambini.
“È una cosa inaccettabile. La App funziona senza chiedere alcuna autorizzazione agli autori”, ha scritto Joanne Harris. “Non è prevista alcuna clausola che consenta agli autori di un libro o agli editori di sottrarsi a questa mannaia. Questa è censura bella e buona non da parte dello Stato, ma a opera di una minoranza religiosa e se ritenete che questa mia affermazione sia banale, mettetevi un attimo seduti e rifletteteci con calma...”.
Ma la denuncia di Joanne Harris si spinge oltre: “L’Isis sta distruggendo le opere d’arte e i siti archeologici in Medio Oriente, ivi comprese l’antica città di Nimrud, le mura di Ninive e le statue risalenti a ottomila anni fa in nome della purezza, della moralità e del buon gusto”.
Anche altri scrittori si sono scatenati sui social media per criticare la App, ma i più lo hanno fatto usando toni più scherzosi di quelli di Joanne Harris. “Ho appena installato la App Dirty Reader e, pensate un po’, persino i gialli con Miss Marple sono diventati stuzzicanti”, ha scritto Jojo Moyes. La App dispone di una tecnologia tutt’altro che elementare. È uno strumento alquanto duttile che consente al lettore di modulare il grado di “pulizia” del libro. Dispone di una scala che va da clean – che elimina le parolacce più volgari – a superclean – che sostituisce persino parole come “dannato”.
Però in alcune cose la App è piuttosto stupida. Ad esempio non sembra in grado di fare distinzioni tra vagina, ano, clitoride o culo. Tutte queste parole diventano semplicemente “sedere”, cosa questa – come ha sottolineato puntigliosamente Joanne Harris – “non solo anatomicamente sbagliata, ma anche insensatamente ripetitiva (oltre che potenzialmente pericolosa)”.
   In realtà i termini anatomici non sono “sporchi” e indottrinare i bambini inducendoli a credere che dire “seno” o “vagina” equivale a darsi al turpiloquio è un vero e proprio abuso ed è oltremodo diseducativo. “Manomettere i libri – a prescindere da quanto possano infastidirci determinate parole o frasi – significa accettare la censura”, ha aggiunto Joanne. I coniugi Maughan si sono difesi dalle accuse dicendo che la App non censura i libri, ma si limita a sostituire alcune parole: “La App non elimina nulla. I libri sono identici e vengono commercializzati con la App solo dopo la firma di un regolare contratto con l’editore. La funzione è facoltativa. Clean Reader – se il lettore lo desidera – evidenzia determinate parole e, sempre su richiesta del lettore, le sostituisce con dei sinonimi”. Insomma a sentire gli ideatori della App, nulla di più innocente.
Ma Joanne Harris non si è fatta convincere e sul blog ha concluso: “sapete quale è l’immancabile finale di storie come questa? Gente che appicca il fuoco alle librerie e intere civiltà che vengono cancellate dalla faccia della terra. È questo che volete? No, cazzo!”. “No, diamine!” avrebbe corretto Clean Reader.

(©The Independent
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
)