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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

«Io ricordo tutto». La verità di Alonso che contrasta con la versione della McLaren: «Neanche un uragano sposterebbe una monoposto. Lo sterzo si è bloccato a destra»

«Io ricordo tutto». Con questa premessa Fernando Alonso riprende in mano il pallino del gioco e racconta la sua verità su quel maledetto incidente nei test che gli ha fatto saltare il Gran premio di Australia. È una versione che contraddice le spiegazioni date dal suo team, il racconto dei testimoni, le ipotesi di chi ha tentato di dare un senso a un evento che un senso ancora non ha.
Un mese prima di parlare
L’episodio risale al 22 febbraio, circuito di Montmelò, Spagna, ma il pilota attende oltre un mese prima di annunciare al mondo che è inutile elaborare teorie alternative. Lui solo ha la verità e la rivela il giorno al suo rientro in Formula 1, nel circuito malese di Sepang, dopo aver superato il test psicofisico che certifica il suo stato di salute. «È idoneo a correre il Gran premio della Malesia», affermano i medici della Fia dopo un’ora e mezzo di visita. Idoneo a correre e libero di parlare. Se la versione di Alonso è stata concordata con la McLaren, ciò significa che il pilota politicamente ha vinto. Se non lo ha fatto, il rapporto è incrinato. Il team ha sostenuto fin dall’inizio che la monoposto non avesse alcun problema tecnico, mentre Fernando adesso afferma che «lo sterzo si è bloccato a destra», quindi lui non ha alcuna responsabilità. Ma perché dalle telemetrie non risulta? «C’è una mancanza di dati in quell’area». 
Button lo smentisce
Non c’è possibilità di smentirlo: l’unico modo sarebbe quello di dargli del bugiardo. Al contrario, è lui a sbugiardare la teoria del vento esposta all’inizio dal numero uno della McLaren Ron Dennis: «Neanche un uragano sposterebbe una monoposto». Il clima nel team inglese è un misto di imbarazzo e timore. Alla domanda «come sta Fernando?», un portavoce in mattinata ha risposto «chiedete ai medici della Federazione». Poche ore dopo sarebbe stata smentita un’altra affermazione ufficiale del team. «Non so dire se Alonso fosse conscio al momento dell’impatto – aveva detto Dennis – ma sono sicuro che non lo era negli istanti successivi». La perdita di conoscenza di Alonso è stata confermata da un fotografo testimone oculare («gli bussavano sul casco. Lui non rispondeva») e dai commissari di pista.
Numerose fonti (fra le quali il suo manager Flavio Briatore) hanno riferito di una perdita di memoria che secondo alcuni avrebbe riportato il pilota per qualche giorno ai tempi dell’adolescenza. Alonso replica di non essere mai svenuto, e per rendere convincente il racconto lo infarcisce di dettagli inutili: le condizioni meteo, le regolazioni dell’assetto, la presenza di Vettel in pista, le manovre per limitare i danni («ho frenato e scalato dalla quinta alla terza»). E i momenti successivi allo schianto: «Ho spento la radio e staccato l’interruttore dell’Ers, perché altrimenti gli steward non avrebbero potuto toccare la macchina (per il rischio di scosse elettriche, ndr)». Come può tornare in macchina tranquillo e sereno dopo un guasto a un organo fondamentale come lo sterzo di cui si ignora la causa? «La monoposto è stata analizzata pezzo per pezzo e ciò che non funzionava bene è stato sostituito», è la versione di Alonso. L’unico ad avere il coraggio di smentirla è il suo compagno di squadra Button: «Ho rivisto i dati della telemetria e secondo me lo sterzo funzionava benissimo».