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 2015  marzo 27 Venerdì calendario

«Caos dirigenti e ricorsi: così il Fisco si fermerà». Allarme dell’Agenzia delle Entrate dopo la revoca di 800 dirigenti da parte della Consulta. Il direttore Rossella Orlandi è molto preoccupata per il funzionamento della macchina fiscale

Da una parte Rossella Orlandi, direttore dell’Agenzia delle Entrate, che è molto preoccupata per il funzionamento della macchina fiscale e dunque continua a spingere per una soluzione alla decadenza di oltre due terzi dei dirigenti, dopo la sentenza della Corte costituzionale. Dall’altra la tentazione dei contribuenti di opporsi ai provvedimenti firmati dai funzionari appena retrocessi, tentazione che si sta manifestando per ora in un’ondata di richieste di accesso agli atti ai sensi della legge 241 del 1990: gli interessati vogliono sapere se siano firmati da dirigenti effettivamente vincitori di concorso, oppure da altri soggetti. E le varie associazioni dei consumatori già promettono battaglia. Orlandi si è pronunciata in modo esplicito invitando i cittadini a non «buttare i soldi» in ricorsi che a suo parere sono destinati a non avere esito. Anzi è «vergognoso» che qualcuno faccia balenare questa possibilità ai contribuenti.
CLIMA TESO
All’interno dell’Agenzia il clima è comprensibilmente teso: i funzionari che avevano un incarico provvisorio sono tornati allo status (ed alla retribuzione) di semplici dipendenti e gli uffici cercano faticosamente di riorganizzarsi per continuare. Sono arrivate direttive dal centro che spingono per il rapido conferimento delle deleghe operative da parte dei dirigenti: indicazione contestata da Dirpubblica, il sindacato che con la sua azione legale ha innescato la bocciatura delle controverse norme. «L’Agenzia non ha alcuna volontà di ravvedersi, tentando nella sostanza di mantenere l’attuale assetto in attesa di nuove e diverse forme di sanatorie» ha osservato il segretario generale Giancarlo Barra.
In attesa delle decisioni del governo, l’incertezza resta alta. Sfumata l’eventualità di una soluzione-lampo, che di fatto avrebbe rischiato di aggirare le indicazioni della Consulta, si punta ad un riassetto strutturale. Orlandi, che eredita una complicata situazione in gran parte costruita durante la gestione precedente, ha voluto precisare che se l’illegittimità dei dirigenti non inficia la validità degli atti, l’Agenzia per funzionare ha comunque bisogno di posizioni di vertice, non per la forma degli atti ma per l’organizzazione degli uffici e il lavoro. Visto che i dipendenti complessivi delle Entrate sono oltre 40 mila, è il ragionamento del direttore, anche tornando ad un migliaio di dirigenti (il numero è sceso a circa 300 dopo la decadenza di quelli provvisori) si avrebbe un rapporto di 1 a 40, inferiore a quello di altre amministrazioni. È arrivata poi una piccola stoccata ai governi, che in questi anni non avrebbero messo a punto il Dpcm necessario ad assicurare la regolarità dei concorsi banditi (almeno per quel che riguarda i titoli dei partecipanti) provocandone in questo modo l’annullamento da parte del Tar, che a sua volta ha originato l’intervento della Consulta.
Tra i compiti che l’Agenzia delle Entrate deve fronteggiare Rossella Orlandi ha citato la gestione della fatturazione elettronica: dal 31 marzo il relativo obbligo viene esteso alle aziende che interagiscono con gli enti locali (oggi si applica solo per le amministrazioni centrali) ed in prospettiva il nuovo meccanismo coinvolgerà tutte le imprese nell’attività business to business. Se con l’assetto legislativo attuale la procedura elettronica tocca 2 milioni di soggetti e farà girare a regime cinquanta milioni di fatture l’anno, con la successiva estensione si arriverà a 2 miliardi di fatture, come ha fatto notare l’amministratore delegato della Sogei Cristiano Cannarsa, che ieri ha fatto il punto insieme alla stessa Orlandi, ad Alessandra Poggiani, direttore dell’Agenzia per l’Italia digitale, a Maria Laura Prislei della Ragioneria generale dello Stato e al presidente della commissione parlamentare sull’Anagrafe tributaria Giacomo Portas.