Il Messaggero, 26 marzo 2015
Cellula Isis, tre arresti in Italia: reclutavano aspiranti jihadisti. È la prima applicazione del decreto Antiterrorismo
È la prima applicazione del decreto Antiterrorismo. Tre ordinanze in carcere. Elvis Elezi, albanese, classe ’94 residente a Ciriè (Torino) e Alban Elezi, 38 anni ad agosto, residente in Albania, sono finiti in manette per avere tentato di arruolare nell’esercito dell’Isis un minorenne facendo leva soprattutto sulla sua ingenuità. Da due anni la procura di Brescia aveva individuato la cellula che teneva i contatti con i combattenti in Siria e «instradava» mujahideen. Conversazioni telefoniche e via chat passate al setaccio dalla Digos. Sono accusati di «avere svolto attività di propaganda e indottrinamento del jihadismo. Elvis avrebbe cercato sul web soggetti da adescare, «verificando se fossero disposti ad aderire alla jihad come combattenti» e Albban Elezi e Zamir Caca, per il quale il gip ha respinto la richiesta dei pm, «fornendo e comunque garantendo supporto logistico in territorio albanese». Le misure erano state bocciate a gennaio. Ma l’operazione dell’Ucigos ha portato in cella anche Madhi Malili, nato in Italia nel ’95, casa a Lanzo Torinese, è l’autore del documento”Lo Stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”, diffuso in rete e «subito individuato – si legge nell’ordinanza – come primo documento organico redatto in lingua italiana dell’ideologia estremistica musulmana fatta propria dall’organizzazione terroristica Is». L’accusa è istigazione a delinquere. Gli uomini dell’antiterrorismo del Viminale hanno arrestato anche Anas El Abboubi, foreign fighter, marocchino, in Siria per combattere dal settembre 2013.
L’ORDINANZA
Pagine zeppe di intercettazioni. Una triangolazione tra Sira, Albania e Italia. Parte tutto dall’osservazione Anas El Aboubbi, arrestato, rimesso in libertà dal Riesame e subito partito per la Siria. Sulla sua pagina Facebook è ritratto mentre impugna le armi, la Digos di Brescia ha ascoltato le sue conversazioni con i genitori ai quali dice di non voler tornare. Gli investigatori hanno accertato che nei giorni precedenti alla partenza per Istambul era in contatto con Elvis e Alban Elezi. Ma la contestazione che ha portato agli arresti di ieri, riguarda altre circostanze e il tentato arruolamento Mahmoud B.A., minorenne, residente a Cermenate (Como. L’ordinanza riporta una conversazione tra il ragazzo e il padre, che ha appreso dell’intenzione del figlio di partire: «Sei sicuro? Ora ti conosco, se tu hai intenzione di andare». Mahmoud risponde di sì: «Cosa vuol dire questo? Chi ti ha detto che tu ci vai e che io ti lascio andare? Tu che vuoi andare al jihad, chi conosci lì? Ti manderanno i principi (ovvero coloro che siedono dietro la scrivania) come hanno fatto con Zied (cugino di Mahmoud morto in Siria da martire) cosa hanno fatto a Zied. È andato allo jihad nel sacrificio di dio è vero, però lo hanno mandato quelle persone che stanno dietro a una scrivania e predica, predica su una scrivania e su una sedia e manda altri a fare il jihad: perché non ci va lui? La religione è un dovere, perché non ci va lui, per farti vedere che devi andare al jihad?. A ogni essere umano piacerebbe il jihad». Il ragazzo è in stretto contatto con Elvis dal febbraio precedente che, con un altro reclutatore parla «del minorenne che vuole partire». E, quando Mahmoud decide di iscriversi a scuola gli dice: «Come fai a seguire, non ti è difficile, poi? Per quella cosa, ti ricordi?». Il reato alla fine, non è stato consumato.