Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 26 Giovedì calendario

Il giallo della fiorista della Casa Bianca licenziata da Michelle Obama. Laura Dowling accompagnata fisicamente alla porta alla vigilia di San Valentino. Non si conoscono i motivi del dissidio

Cacciata perché Michelle non aveva gradito il bouquet floreale di San Valentino che la fioraia ufficiale della Casa Bianca aveva preparato per Barack? Assai improbabile, ma gli americani amano indagare su intrighi e misteri dei palazzi del potere. E l’edificio che ospita i coniugi Obama è quello che conta di più mentre il licenziamento di Laura Dowling, da sei anni addetta alle decorazioni della dimora presidenziale, ha aspetti misteriosi che incuriosiscono.
La Dowling è stata mandata via venerdì 13 febbraio, ma della cosa non si è saputo nulla per sei settimane. Pare che sia stata addirittura «scortata fisicamente» alla porta, hanno raccontato alla stampa Usa alcune anonime fonti della Casa Bianca quando la storia è venuta fuori. A quel punto, dopo qualche risposta evasiva, è arrivato un comunicato addirittura enfatico della presidenza nel quale si elogia la Dowling senza però spiegare perché ha lasciato senza preavviso l’ambitissimo incarico, conquistato affrontando una selezione severissima. L’aveva ereditato da Nancy Clarke, che è rimasta alla Casa Bianca per 30 anni. Laura, una fiorista di scuola francese, celebre per le sue decorazioni molto leziose, per adesso non ha, invece, un successore.
A chi le ha chiesto il perché del suo allontanamento ha risposto che si è dimessa lei perché vuole fare altro nella vita. Non molto credibile ma, soprattutto, è curioso che la risposta l’abbia data attraverso uno dei più celebri e agguerriti studi legali della capitale americana: più un messaggio cifrato che una nota stampa. E allora non resta che raccogliere le voci che circolano alla Casa Bianca: la first lady sempre più insofferente per lo stile eccessivamente elaborato, barocco, della orgogliosa Dowlind. La rottura quando Michelle ha cambiato, modernizzandolo, l’arredamento di alcune camere, come una sala da pranzo nelle quale di recente i visitatori sono rimasti sorpresi nel trovare mobili degli anni Cinquanta del Novecento e opere d’arte contemporanea. Che da qui sia nato un alterco che ha portato al licenziamento su due piedi, è tutto da dimostrare. Ma Michelle è un tipo «fumantino» che le cose non le manda a dire. Nemmeno al presidente.