Corriere della Sera, 5 marzo 2015
Quell’incontro sfumato tra Renzi e Grillo per il no del leader 5 Stelle. Ma in Aula l’intesa ora sembra possibile. L’apertura del premier che cercherà un accordo «per togliere le mani dei partiti dalla tv di Stato»
Giorni fa, quando ha cominciato a porsi e a porre seriamente la questione della Rai, Renzi ha chiesto un incontro a Grillo. Il premier è determinato a «togliere la tv di Stato dalle mani dei partiti» ed è convinto che questo sia il presupposto fondamentale per una vera riforma di quell’azienda.
Almeno su questo Grillo la pensa nello stesso modo, come dimostra anche il documento che ha presentato al presidente Mattarella, in cui al punto dedicato alla Rai, si parla proprio di liberare la tv dalle forze politiche, di darle maggior trasparenza, di fare assunzioni non per meriti partitocratici ma grazie ai «curricula» professionali. Perciò Renzi ha compiuto questo passo riservato, tramite intermediari. Grillo alla fine ha preferito rinunciare all’incontro, ma ha fatto sapere di essere favorevole a tentare un’intesa attraverso «la via parlamentare».
Ed è da allora che, prima sotto traccia, poi alla luce del sole, gli esponenti del Pd più avvertiti e i grillini più esperti hanno cominciato a lavorarci sopra. Il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico e Michele Anzaldi, renziano, esponente di quella Commissione, hanno preso i primi contatti, che ormai sono diventati praticamente quotidiani. E alle 13 di oggi i membri del Pd della Vigilanza Rai si incontreranno per mettere giù le proposte per avviare il confronto.
Ieri, poi, l’intervista al Corriere di Grillo ha rappresentato il segnale ufficiale inviato all’indirizzo di Renzi per dire che i Cinquestelle erano disponibili sul serio al dialogo.
Il premier vuole andare a vedere le carte di Grillo perché sa che difficilmente con altri partiti, come Forza Italia, potrebbe fare la riforma che sogna, quella in cui i partiti saranno costretti a «mettere giù le mani dalla Rai». Però è prudente, perché sa che con i grillini la cautela è d’obbligo. «Noi – ha spiegato ai suoi il premier – abbiamo sempre auspicato e ricercato il confronto, perciò siamo disponibili e prenderemo atto di questa posizione. Però dobbiamo anche ricordarci che finora sono sempre stati loro a dirci di no e a chiudere la porta, perciò non facciamoci troppe illusioni. Dopodiché, se riuscissimo a fare un disegno di legge che cancella la Gasparri ed elimina i partiti dalla Rai, sarebbe un fatto importante».
Insomma, tanta, tanta cautela ma anche la speranza che alla fine l’ala ragionevole dei grillini presente in Parlamento capisca che anche il suo elettorato vuole che il Movimento riesca a portare qualcosa di significativo a casa e non si limiti all’ostruzionismo o all’Aventino. Anche perché a quel punto la strada del decreto sulla Rai diverrebbe la più probabile.
L’ipotesi di un possibile accordo sulla riforma della Tv di Stato tra premier e grillini, l’astensione dei 5 Stelle sulla prescrizione e il loro voto con i democratici su nuovi quattro eco reati al Senato ha messo in agitazione Berlusconi, che già meditava di allearsi con la minoranza pd e il resto dell’opposizione per battere Renzi sull’Italicum, a maggio. L’apertura di un altro forno preoccupa il leader di FI, il quale sa che il premier non farà cambiare di una virgola l’Italicum, perché significherebbe rispedirlo al Senato, e, cioè, insabbiarlo per sempre. Spinta dallo stesso timore sulla riforma ieri la minoranza pd tentava invece il corteggiamento spinto dei grillini per cercare di portarli dalla loro parte nella battaglia contro l’Italicum.