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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

L’affare Mondadori-Rizzoli, le torri Rai Way, la Legge Severino: alcuni episodi fanno sospettare che resista un anti-berlusconismo che va oltre la resistenza di Berlusconi, e che forse è la maschera di qualcosa di più antico

Alcuni episodi fanno sospettare che resista un anti-berlusconismo che va oltre la resistenza di Berlusconi, e che forse è la maschera di qualcosa di più antico. L’anti-berlusconismo puro resta nella Legge Severino: i casini del Pd campano e pugliese evidenziano quanto fosse sacrosanto rivolgersi alla Corte Costituzionale prima di applicarla, ma c’era da far decadere Berlusconi e stop. Poi c’è l’ipotesi che Mondadori possa acquisire Rizzoli (in crisi) secondo una logica che mira a concorrere con editori internazionali ben più pasciuti: al cui confronto “Mondazzoli” resterebbe comunque un nano. Tuttavia si preferisce fare “appelli” e illudersi che l’editoria sia ancora quella dell’Italietta anni 60. Ultimo episodio: Raiway. È vero, in Europa i produttori di contenuti non sono incestuosamente proprietari anche delle reti di trasmissione (torri, tralicci) e tantomeno lo è la citatissima Bbc; ma il discorso dovrebbe valere anche per la Rai. Invece mezzo Paese ora plaude a una Rai (cioè a uno Stato) che rimanga proprietaria del 51 per cento delle strutture che finge di voler privatizzare; e una politica vetero-democristiana s’impiccia di tralicci anziché limitarsi a fissare le regole del mercato. Ecco dunque uno Stato dirigista che resta arbitro e giocatore (in questo il giovane Renzi non è giovane per niente) e si mette a concorrere coi privati anziché agevolarli, si tratti di Mediaset o di chiunque altro. Il risultato è la Rai che abbiamo avuto e che avremo, nello Stato che abbiamo avuto e che avremo.