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 2015  marzo 03 Martedì calendario

Ospite di Che tempo che fa, Jovanotti si è messo a teorizzare sulle preposizioni. Con quel sorriso disarmante l’ha buttata lì: «Noi viviamo nel periodo del “senza” e invece per me la parola chiave da analizzare è “con”. Tutti adesso si occupano del “senza”: una parola come “con” o una preposizione come “per” sono bellissime»

Fabio Fazio e Lorenzo Cherubini, il «due con» (il francese non c’entra niente). Ospite di «Che tempo che fa», Jovanotti si è messo a teorizzare sulle preposizioni (Rai3, domenica, ore 21.10). Con quel sorriso disarmante l’ha buttata lì: «Noi viviamo nel periodo del “senza” e invece per me la parola chiave da analizzare è “con”. Tutti adesso si occupano del “senza”: una parola come “con” o una preposizione come “per” sono bellissime». Vedo già Arbasino pronto a dare alle stampe il suo nuovo libro, «Un paese con», viaggio nell’immaginario collettivo di un Paese con alcuni caratteri fondamentali…
Gli anni americani non lo hanno del tutto depurato dal suo con-sociativismo (o dal suo con-ciliarismo) ideologico, ma Jovanotti è una forza della natura: qualunque cosa affermi, l’afferma con un’energia, con un candore, con un entusiasmo di cui francamente il nostro mondo dello spettacolo ha estremo bisogno per uscire da una lagna esistenziale.
Da qualche anno Jovanotti vive a New York e l’ambiente gli è servito non poco a mettersi in discussione, a lavorare con umiltà, a trovare una con-sapevolezza più matura e internazionale. Da Fazio, ha presentato il nuovo album «Lorenzo 2015 cc», che contiene ben trenta brani, quasi a sottolineare il suo procedere per accumulo, il desiderio di non privarsi di nulla e di fare partecipi gli altri dei suoi molteplici stati d’animo.
«Mi piace la poesia, solo che l’ho scoperta tardi – confessa all’intervistatore —, la poesia è meravigliosa: forse sto dicendo una cosa banale, e il mio entusiasmo è un po’ ridicolo, ma è così: la poesis, la mitopoiesi…». Nel creare poesia, c’è chi è maestro del togliere, del levare, dell’asciugare, del rendere la scrittura essenziale. E c’è chi, nel creare mitologie, è maestro nell’aggiungere, nel ripetere, nell’espandere il racconto in un ventaglio dai mille spicchi. Cosa che riescono a fare bene due canzoni come «Sabato» e «Gli immortali».