Il Messaggero, 3 marzo 2015
Un nuovo piano di salvataggio per la Grecia da 50 miliardi? Intanto Madrid e Lisbona attaccano Atene sulle riforme. Scatta l’emergenza per il rimborso dei prestiti erogati dal Fmi: il governo Tsipras non ha più soldi in cassa
La zona euro si prepara a discutere di un terzo pacchetto di aiuti per la Grecia da 30-50 miliardi, da far scattare in luglio una volta che sarà scaduto il prolungamento dell’attuale programma di assistenza, ma l’Eurogruppo della prossima settimana rischia di trovarsi di fronte ad un’emergenza molto più immediata. Confrontato al rimborso di 1,5 miliardi di prestiti del Fondo Monetario Internazionale, il governo di Alexis Tsipras è a corto di fondi dopo un crollo delle entrate fiscali e corre il pericolo di un default, se i creditori europei non sbloccheranno al più presto almeno una parte dei 7,2 miliardi che restano nell’attuale programma di aiuti. «Il governo greco sta esplorando soluzioni per assicurare che non ci saranno problemi con il rimborso del prestito del Fmi», ha detto il portavoce dell’esecutivo di Atene, Gabriel Sakellaridis.
SPIRAGLI
Il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha detto di essere pronto a fare concessioni, ma solo se il governo greco adotterà subito alcune delle riforme concordate con i partner. «Il mio messaggio ai greci è questo – ha spiegato Dijsselbloem – ci sono elementi (del programma) che potete iniziare a fare già oggi. Se lo fate, allora a marzo forse ci può essere un primo esborso. Ma questo richiede progressi, non solo buone intenzioni». Tuttavia Atene non sembra pronta a cedere. «Non chiederemo nessuna tranche di aiuti se il prezzo è la continuazione del memorandum», ha risposto il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis.
Il terzo programma da 30-50 miliardi è stato evocato dal ministro delle Finanze spagnolo, Luis De Guindos, in risposta all’accusa lanciata da Tsipras nel fine settimana su un presunto complotto contro Atene da parte dei governi conservatori di Spagna e Portogallo. «Lo scenario centrale per la Grecia è un accordo sulla base dell’attuale programma di salvataggio, e nuove condizioni fissate con flessibilità», ha detto De Guindos. Quello del governo di Madrid, che è minacciato dalla progressione nei sondaggi del partito anti-austerità Podemos, è un avvertimento: Tsipras non riuscirà a disfarsi delle condizioni su riforme e risanamento poste dai creditori, né ad ottenere una ristrutturazione del debito come chiesto da Varoufakis. Il portavoce di Dijsselbloem, così come il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, hanno infatti smentito che un terzo pacchetto di aiuti sia già in discussione. Ma il vicepresidente responsabile dell’euro, Valdis Dombrovskis, ha ammesso che la Grecia «potrebbe aver bisogno di un terzo salvataggio, quando l’attuale piano scadrà» in giugno. Fino all’arrivo di Tsipras al potere, quando i rendimenti sui titoli greci greci erano ben al di sotto del 10%, lo scenario a cui stava lavorando l’Eurogruppo era una «linea di credito rafforzata» per permettere ad Atene di finanziarsi da sola sui mercati, con un ombrello di protezione finanziaria. Ma con gli attuali rendimenti – 14,6% per i triennali, 12,75 per i quinquennali, 9,53 per i decennali – un terzo pacchetto di aiuti appare inevitabile. «Col governo precedente si stava discutendo su come riportare la Grecia sul mercato, o attraverso un accordo cautelativo oppure con una linea di credito. Ma ora questo scenario sembra meno probabile, considerando l’instabilità finanziaria», ha spiegato Dombrovskis. Il governo Tsipras, pur dicendosi contrario a un terzo programma, potrebbe usare i negoziati per rimettere sul tavolo una cancellazione parziale del debito. «Se possiamo ritornare a crescere con continuità e ristrutturare parte del nostro debito in modo intelligente, senza cambiare il valore nominale, allora il problema del debito può essere risolto», ha detto Varoufakis.
L’allarme immediato, però, è per il debito in scadenza nei prossimi giorni. Gli aiuti europei per ora restano congelati e il governo Tsipras è alla ricerca di altre forme di finanziamento. Varoufakis ha parlato di un «contributo straordinario» su chi «non paga alcuna tassa anche se ha i mezzi per farlo». Alludeva agli armatori?