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 2015  marzo 03 Martedì calendario

Vincenzo De Luca ha vinto le primarie del Pd in Campania ma la Legge Severino lo blocca. Se eletto presidente della Regione verrebbe sospeso

Il primo grazie, dopo la festa nel fortino salernitano, Vincenzo De Luca lo rivolge agli «elettori napoletani che mi hanno adottato». È il primo messaggio del sindaco decaduto di Salerno, trionfatore nelle primarie per la scelta del candidato in Regione. Proprio nell’area napoletana, dai quartieri borghesi della città ai centri dell’area vesuviana, De Luca ha costruito la “remuntada”.
Se le fondamenta della sua vittoria sono a Salerno, è soprattutto a Napoli e dintorni che ha cementato il risultato segnato complessivamente da un sorprendente 52 per cento dei 157 mila voti del popolo campano di centrosinistra. Il sindaco decaduto lascia l’eurodeputato Andrea Cozzolino al 43 per cento e ora può correre liberamente per la presidenza della Regione anche se, in virtù di una recente condanna in primo grado per abuso d’ufficio, rischia seriamente di vedersi notificare un provvedimento di sospensione subito dopo l’elezione in Regione in base alla legge Severino.
Ma De Luca va avanti, annuncia una «rivoluzione democratica», rivendica di non essere espressione dell’apparato e i vertici del Pd, che nelle scorse settimane gli avevano consigliato di ritirarsi, ora fanno quadrato. Dal premier Renzi al vicesegretario Lorenzo Guerini, il Pd appare spiazzato da un successo tutt’altro che scontato che giunge dopo quattro rinvii del voto, ma l’ordine è di non mettere in discussione la candidatura dell’ex sindaco.
Ancora più spiazzato è lo sconfitto, l’eurodeputato Andrea Cozzolino che non crede al risultato: «Accetterò il responso del voto solo nel momento in cui la commissione elettorale del Pd regionale avrà certificato i risultati definitivi». Dopo il caos del 2011, quando le primarie per la scelta del candidato sindaco di Napoli furono annullate per presunti brogli nell’area Nord della città dove Cozzolino aveva vinto, ora per lui una nuova doccia gelata. «Non farò ricorsi – promette l’ex delfino di Antonio Bassolino – ma c’è stata tanta energia a Salerno e tanta pigrizia a Napoli».
Il successo delle temute primarie in Campania non spegne, intanto, le polemiche nazionali tra maggioranza e minoranza Pd. A rinfocolarle è il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti secondo il quale la sinistra dem «ricatta Renzi» ma resta nel Pd per visibilità. Le frasi preoccupano Gianni Cuperlo che si appella al premier: «È questo che vuoi, Renzi? Liberarti di un pezzo di partito? Cacciare gli eretici?».
L’ex sfidante assicura di non voler lasciare il Pd, a meno di una virata a destra perché non lo sentirebbe più come la sua casa. Renzi apprezza le sue parole e in serata interviene per placare gli animi: «Nessuno pensa a epurazioni nel Pd ed è bene che nessuno dica di volere scissioni. Ciascuno esprima le proprie idee nel rispetto reciproco».