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 2015  febbraio 26 Giovedì calendario

Schwarzenegger, ancora tu. «Ho ancora il fisico per viaggiare nel futuro». L’attore torna cyborg in “Terminator: Genisys”, il quinto capitolo della saga

In un’enorme sala di posa a New Orleans c’è l’apoteosi di tutto ciò che è Terminator: vecchi modelli del T-800 e delle sue incarnazioni, costumi, armi sofisticate, sale di comando, computer. È l’atmosfera dei film che hanno segnato la storia del cyborg-cinema, iniziata trent’anni fa con il primo Terminator diretto da James Cameron, il minaccioso “I’ll be back” di Arnold Schwarzenegger, l’ex Mister Universo che sarebbe entrato nel pantheon degli attori “action” più gettonati del mondo prima di diventare governatore della California. Trent’anni e tre film dopo (il quarto Terminator, diretto da McG, era con Christian Bale) Schwarzy, 67 anni, torna nei panni del personaggio in Terminator: Genisys, a luglio al cinema, budget di 170 milioni di dollari.
Nel nuovo episodio i robot devono eliminare una banda di ribelli umani guidata da John Connor (Jason Clarke), Kyle Reese (Jai Courtnay) e la madre di Connor, Sarah (Emilia Clarke). Nel film si alternano i tre periodi “storici” di Terminator, dall’84, ricostruito alla lettera, al futuristico 2029 con passaggi intermedi nel ‘99 e nel 2017, con Schwarzenegger che invecchia davanti agli occhi degli spettatori. Se il film avrà successo, sarà il primo di una nuova trilogia, sequel previsti a maggio 2017 e giugno 2018. Nel 1984 Terminator ci allertava sui possibili, devastanti effetti di una guerra nucleare. Oggi mette in guardia sui rischi di un eccesso di tecnologia. Schwarzenegger arriva sorridendo, dall’alto del suo metro e 88.
Com’è tornare in questa storia dopo tutti questi anni?
«È diversa dalle precedenti, e c’è sempre stato un lungo lasso di tempo fra il primo, dell’84, il secondo del ‘91 e il terzo, del 2000. Oggi si fa sempre meno caso alla distanza tra certi eventi. L’entusiasmo è lo stesso, non è stato difficile riprendere il personaggio: è dentro di me, una seconda natura. Certo, si è evoluto, come me che sono passato dal body building al cinema alla politica e ora torno agli inizi».
Ricorda la sua prima volta sul set di Terminator?
«Certo, più di trent’anni fa, con James Cameron, era la scena del garage, ero in un’auto della polizia e sparavo, che emozione tenere in mano una mitragliatrice, era la prima volta. Ripensando a quel film capisco il genio di Cameron, quasi tutto quello che ha raccontato è diventato realtà, l’evoluzione dei computer, la rete, la connessione planetaria... Qui parliamo di una guerra in cui le macchine dicono: non abbiamo più bisogno degli esseri umani, liberiamocene. Nell’84 era pura fantasia, oggi è quasi realtà».
Come spiega il successo di Terminator e la sua longevità nella cultura popolare?
«La tecnologia avanza così rapidamente che i vari modelli di Terminator non rappresentano più solo intrattenimento. Si parla di “singularity” tecnologica, la tesi di alcuni scienziati secondo i quali l’intelligenza artificiale potrebbe sopraffare la nostra. In un’era di automobili che guidano da sole, come la Google Car, e di conversazioni automatiche con sistemi come Siri, affascina l’idea del robot che sfugge al controllo dell’uomo. Anche se sono convinto che i geni della tecnologia abbiano la capacità di tenere tutto sotto controllo. Grandi menti come Elon Musk o Stephen Hawking non la pensano come me, io sono ottimista, confido nel buon senso di chi genera e produce».
La sua forma fisica è sempre invidiabile.
«Non ho mai smesso di allenarmi, nemmeno quand’ero governatore. Un’ora almeno di pesi e cardio al mattino presto. Altrimenti non sto bene. Ho imparato a gestire i problemi alla spalla, all’anca, al ginocchio, ho subito vari interventi ricostruttivi. Come Terminator, anche a me sono state sostituite molte parti».
Come definisce questa fase della sua vita?
«È buffo, quand’ero giovane i cinquantenni mi sembravano dei vecchietti, adesso io mi sento ancora giovane, non concepisco che mi si veda vecchio. E se qualcuno lo pensa, guai a dirmelo! Sono contento, mi do da fare, specie col mio istituto per gli studi politici internazionali e la ricerca sull’ambiente, credo sia stato il mio successo più grande da governatore, abbiamo fatto tante riforme per le energie alternative e le fonti energetiche pulite. Continuo a lavorare su questo. E con un Terminator ogni 15 anni... ah sì, metteteci pure I mercenari. Sono felice così».